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Cari lettori, visto il periodo mi è sembrato opportuno trattare un argomento che, a mio avviso, non è mai abbastanza considerato e che porta in questa stagione ad un aumento considerevole degli accessi al Pronto Soccorso per problematiche legate allo stato di disidratazione.

di dott. Paolo Garzotti

Bisogna innanzitutto premettere che la disidratazione è un evento frequente nel soggetto anziano, anche a prescindere dalla stagione. Una serie di condizioni legate all’incapacità di mantenere un adeguato equilibrio idro-elettrolitico, un ridotto senso della sete ed un’alterata capacità del rene di concentrare le urine e di rispondere ad importanti ormoni coinvolti nella regolazione della quantità di acqua nel nostro corpo (Adiuretina; Aldosterone) rendono l’anziano più vulnerabile alla disidratazione nei periodi estivi. A queste cause poi, si aggiungono situazioni di non autosufficienza che possono impedire di bere, in autonomia, la quantità di acqua necessaria. Inoltre l’utilizzo di farmaci spesso assunti dall’anziano, quali ad esempio i diuretici ed i lassativi, possono far precipitare un equilibrio idro-elettrolitico che nei mesi estivi è già messo a dura prova dalle condizioni climatiche.

L’articolo ha l’obiettivo di sensibilizzare la famiglia nell’attuare tutte quelle misure preventive che possono modificare le abitudini dell’anziano ed allontanare il rischio della disidratazione. Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta all’anziano che presenta condizioni cliniche quali: disfagia, deterioramento cognitivo e deficit funzionali. Importante poi ricordare che l’anziano, diversamente dal giovane, spesso incorre in due tipi di disidratazione. Una cronica, dovuta ad una costante riduzione di introito di liquidi, per cui l’organismo si trova in una condizione di rischio di disidratazione. La seconda acuta, dove condizioni contingenti precipitano un equilibrio idro-elettrolitico già instabile.

Quanto deve essere l’apporto idrico fisiologico?

Molti studi concordano nel dire che la quantità minima giornaliera non dovrebbe essere inferiore a 1500cc. Bisogna ricordare che la percentuale di acqua del corpo è mediamente del 60 % e che la sua assunzione è legata a fattori ambientali, culturali, alimentari (acqua contenuta negli alimenti) ed attività fisica.

Come si perde l’acqua?

Le cause fisiologiche sono: urina (valutata in circa 1500cc die), sudore, feci, evaporazione dalla cute ed il vapore acqueo emesso durante l’espirazione con variazioni sensibili legate alle condizioni ambientali e dell’organismo. Patologie gastro-intestinali possono, tramite il vomito e la diarrea, accentuare in modo significativo la quota di liquidi persa.

Quando si parla di disidratazione?

Una riduzione dell’1-2% di acqua corporea basta a provocare una riduzione delle capacità fisiche e cognitive. Un calo del 3% è indice di disidratazione con forte accentuazione della sete. Una diminuzione fino al 7% porta al collasso cardio-circolatorio.

Qual è la sintomatologia legata alla disidratazione?

I sintomi sono all’inizio molto aspecifici, il soggetto lamenta stanchezza, difficoltà di concentrazione, crampi muscolari, riduzione della performance psico-fisica, vertigini, accentuazione del senso di sete, contrazione della diuresi con urine scure, secchezza di pelle e mucose, infossamento dei bulbi oculari, stipsi, tachicardia, ipotensione arteriosa, sonnolenza, torpore fino al collasso cardio-circolatorio. Sottolineo che nell’anziano il sintomo d’esordio più frequente è la confusione mentale e la progressione dei sintomi è generalmente più rapida e grave e porta frequentemente all’ospedalizzazione.

Come prevenire la disidratazione e le secondarie complicanze?

La prima cosa da fare è individuare gli anziani a rischio. Le famiglie in cui sono presenti anziani che presentano alcune di queste patologie: deterioramento cognitivo (demenza), riduzione dell’ autonomia, inappetenza e calo del peso corporeo, difficoltà nella comunicazione verbale, diabete, infezioni delle vie urinarie, respiratorie, gastroenteriche con vomito, diarrea e febbre o stato depressivo, dovrebbero essere sensibilizzate ed adeguatamente informate ed istruite sul problema disidratazione. I famigliari devono osservare l’eventuale presenza dei sintomi d’esordio che ho elencato precedentemente, ponendo attenzione a cute e mucose, valutando la reattività del soggetto e controllando facili parametri quali la frequenza cardiaca al polso, la pressione arteriosa e la quantità ed il colore delle urine.

Quanto, quando e cosa bere? E la dieta?

La letteratura consiglia un introito di liquidi giornaliero tra i 1500cc e i 2500cc die, suddivisa in circa 70 % durante i pasti e il 30% lontano dai pasti. La maggior percentuale durante i pasti è motivata dal fatto che i liquidi aiutano la masticazione e deglutizione nell’anziano. Dovrebbero essere evitate le bevande alcoliche che accentuano la diuresi e perciò la perdita di liquidi. La caffeina non sembra controindicata, ma sarebbero preferibili bevande come il tè per la maggior quantità di acqua. Attenzione alle bibite con alto contenuto di zucchero negli anziani diabetici ed obesi. Una regola fondamentale è quantificare l’introito di liquidi. Frasi del tipo: “beve abbastanza!”, non sono accettabili. Bisogna in modo semplice misurare la quantità d’acqua. Facendo in modo che l’anziano assuma l’acqua da una bottiglia da 1500cc a lui riservata e che la consumi nell’arco della giornata. L’eccedente a tale quantità sarà sempre raccomandabile.

Naturalmente la dieta deve essere ricca di tutti quei cibi in cui la componente idrica è alta. Occorre però precisare che il contenuto di acqua degli alimenti è estremamente variabile: frutta, ortaggi, verdura e latte sono costituiti per oltre l’85% da acqua; carne, pesce, uova, formaggi freschi ne contengono il 50-80%; pane e pizza sono costituiti per il 20-40% da acqua; pasta e riso cotti ne contengono il 60-65%. Infine, biscotti, fette biscottate, grissini e frutta secca ne contengono meno del 10%. Sono pochi gli alimenti caratteriz – zati dalla pressoché totale assenza di acqua (olio, zucchero).

Spero che questi consigli vi siano utili per preservare il benessere dei vostri anziani mantenendo un idoneo equilibrio idro-elettrolitico durante la stagione estiva. Buone Vacanze!

Chi volesse contattare il dottor Paolo Garzotti, per informazioni, curiosità o domande, può scrivergli alla mail: paolo.garzotti@email.it

© Riproduzione riservata

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