È difficile comprendere come una patologia antica, frutto del benessere e già documentata ai tempi degli Egizi, come la Gotta, sia spesso sottovalutata, non riconosciuta o evidenziata tardivamente…
Non è raro osservare alterazioni funzionali articolari, con conseguente riduzione dell’autonomia personale, in pazienti etichettati come “artrosici” e che invece avevano sì l’artrosi, ma anche la contemporanea presenza di gotta cronica tofacea che aveva causato delle significatile erosioni ossee. Purtroppo i noti “noduli di Heberden”, tipici dell’artrosi delle mani, si possono confondere facilmente con iniziali “tofi”(depositi di acido urico), tipici della Gotta ad esordio subacuto o cronico.
Ma cos’è la Gotta?
Giova ricordare che la Gotta non è solo una malattia articolare, ma una malattia sistemica che può interessare svariati organi o tessuti (vasi, reni, cuore) e che spesso presenta altre malattie, quali l’ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia, insufficienza renale, cardiopatia ischemica. Ciò può presentare delle interazioni farmacologiche che rendono complesso e difficile il trattamento terapeutico del paziente.
Nell’anziano, tutto ciò e ulteriormente complicato dalla sua particolare “fragilità” e dal fatto che spesso la presentazione clinica è diversa e atipica rispetto alle altre fasce di età.
La Gotta è una malattia cronica dovuta ad un eccesso di acido urico nel sangue provocato da un’alterazione del metabolismo delle purine (composto organico azotato da cui derivano gli acidi nucleici-DNA;RNA).
Forse può incuriosire il fatto che il tutto dipenda dalla mancanza, nell’uomo, di un enzima (uricasi), che è invece presente in altri organismi, che metabolizza l’acido urico impedendogli di precipitare e di provocare i danni legati alla iperuricemia. Ci può consolare il pensiero che l’acido urico ha capacità antiossidanti utili per il nostro corpo.
Quando la concentrazione di acido urico nel sangue supera il valore di 6 mg/dl, aumenta il rischio di formazione di cristalli con la conseguente precipitazione degli stessi nelle articolazioni e nei tessuti extra articolari.
La probabilità di sviluppare la Gotta aumenta con l’incremento dell’uricemia, passando da una percentuale dell’1,9% a valori inferiori al 7mg/dl. fino al 90% quando l’uricemia è superiore a 9 mg./dl.
Quali sono i fattori che favoriscono la Gotta?
Esistono dei fattori genetici che predispongono il soggetto a una ridotta eliminazione di acido urico e/o una maggior produzione dello stesso. I maschi sono maggiormente colpiti anche se, dopo la menopausa, la differenza tra i due sessi si riduce.
L’età è una discriminante molto importante. Negli ultimi trent’anni, infatti, la prevalenza della malattia tra i 65 e 74 anni è aumentata del 40% e del 100%, in quelli con più di 75 anni. Esistono poi dei fattori di rischio quali l’obesità, la dieta ipercalorica ricca di carne e frutti di mare, le bevande alcoliche (soprattutto la birra), l’insufficienza renale (che riduce l’eliminazione di acido urico), malattie concomitanti quali: Psoriasi (di qui una interessante collegamento con l’artrite Psoriasica che abbiamo trattato in un precedente articolo), malattie del sangue e linfonodi (policitemia, linfomi), anemie emolitiche, ecc.
Come si manifesta la Gotta a livello articolare?
Inizialmente l’iperuricemia è asintomatica. Molti soggetti, pur in presenza di aumentato acido urico, fortunatamente non svilupperanno mai la malattia. A questa fase può seguire un episodio di infiammazione acuta articolare (artrite), che tipicamente interessa l’articolazione metatarso-falangea (base dell’alluce 85-90% dei casi, ma può interessare anche altre sedi articolari) che si presenta con un’articolazione calda, rossa, tumefatta e molto dolente. Successivamente, ad intervalli molto variabili, si possono presentare analoghi eventi nella stessa sede o in altre articolazioni, fino ad arrivare all’artrite gottosa cronica con i classici tofi.
E’ importante sottolineare che la Gotta ad esordio senile presenta delle particolari caratteristiche. L’incidenza della malattia non presenta differenze nei due sessi, l’esordio è spesso subacuto, poliarticolare, con il frequente interessamento delle mani e con scarsi fenomeni infiammatori. Tutto questo rende difficile una diagnosi differenziale con altre patologie reumatiche quali l’artrite reumatoide, artrite psoriasica, osteoartrosi delle mani e la pseudogotta.
Inoltre la presenza di patologie concomitanti quali l’insufficienza renale, il frequente uso di diuretici e anti-infiammatori nell’anziano, predispongono alla precoce comparsa dei tofi, senza una storia clinica precedente di episodi acuti di Gotta.
Nell’anziano è frequente anche constatare la presenza concomitante di depositi di acido urico su articolazioni artrosiche proprio perché l’ambiente articolare artrosico predispone alla precipitazione dei cristalli di acido urico.
L’argomento è piuttosto vasto, cercheremo di approfondirlo ulteriormente al prossimo appuntamento.
di dott. Paolo Garzotti
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