CGIL: “La cultura della sicurezza deve diventare patrimonio comune”
Come Cgil Verona esprimiamo rabbia e dolore per questi tre nuovi infortuni mortali sul lavoro accaduti negli ultimi due giorni sul nostro territorio, l’ultimo a Brenzone. Lo diciamo sempre e non ci stancheremo mai di ripeterlo: è inaccettabile che un lavoratore o una lavoratrice debbano mettere in conto l’eventualità di non riuscire a tornare a casa dai propri cari la sera o a fine turno. Eppure è quanto successo ogni giorno a tre persone in Italia nel corso del 2021. Nel Veneto sempre nel 2021 si è registrata una media di un morto sul lavoro ogni 3 giorni mentre a Verona si sono contati due morti al mese. Ad Aprile 2022 gli infortuni mortali denunciati nella nostra provincia erano già 8. Queste tre nuove tragedie portano il conto almeno a 11.
Benché il mondo della microimpresa o dell’autoimprenditoria non sia tradizionalmente terreno di insediamento sindacale, non fatichiamo a scorgere nelle tragedie di questi giorni i segni di una pericolosa carenza nella cultura della sicurezza. Carenza che non appartiene tanto ai singoli, ma che è endemica, di sistema.
Schiacciamenti, cadute dall’alto, trattori che si ribaltano: è un tragico copione che si ripete ogni giorno. Non sono più tragiche fatalità, sono morti annunciate.
Troppo spesso ci raccontano che le regole sono soltanto lacci che imbrigliano. Ma quando sono condivise, ben applicate e ben contrattate, le regole ci salvano la vita.
La cultura della sicurezza, abbinata ad un sistema adeguato di controlli e di verifiche, deve diventare patrimonio comune in officina come nei campi, a casa come nel tempo libero. E le istituzioni ad ogni livello devono mettere in gioco le risorse necessarie affinché questo cambiamento abbia finalmente inizio.
Raffaello Fasoli,
Segretario della Camera del Lavoro Cgil Verona