In funivia, da Bolzano/Bozen a Soprabolzano/Oberbozen.
Ed in trenino, tra Maria Assunta/Maria Himmelfahrt e Collalbo/Klobenstein.
Da annotare nel diario dell’anima…
Bolzano/Bozen – Emoziona salire verso l’altopiano del Renon/Ritten tramite la moderna funivia omonima (Funivia del Renon/Rittner Seilbahn) che dai 262 m s.l.m. della stazione a valle, in via Renon/Rittnerstrasse 12, collega quella a monte di Soprabolzano/Oberbozen, a 1.220 m d’altitudine.
E da qui, poi, per spostarsi verso punti di partenza di “esplorazioni pedestri” dell’altopiano, è possibile servirsi del caratteristico trenino a scartamento ridotto della Ferrovia del Renon/Rittner Bahn che unisce Maria Assunta/Maria Himmelfahrt (a 1.178 m) a Collalbo/Klobenstein (a 1.160 m).

Quella che porta a Soprabolzano/Oberbozen è la nuova funivia a funzionamento continuo, inaugurata il 23 maggio 2009. Infatti, sono 8 cabine che vanno avanti ed indietro tra i due poli (su un tragitto di 4.541 m percorso in circa 12 minuti, su un dislivello di 948 m).




La portata oraria globale è di 550 persone che può raggiungere il massimo di 740. L’impianto è “trifune” (cioè, formato da 2 portanti per direzione più un anello traente ed un altro di soccorso), noto pure come “3S”, dal termine tedesco “3 Seil”. La capienza di ciascuna cabina è di 35 persone. Il tempo di sosta minimo è pari a 3 minuti, divisi in due semi-periodi di 1,5 minuti ciascuno per salita e discesa degli utenti. Il tragitto di 4.541 m (in linea d’aria) verte su 7 sostegni di linea e, ad intervalli regolari, di cavallotti di distanziamento e stabilizzazione tra le funi portanti, con rullo di sostegno per la traente.

La precedente funivia entrò in funzione il 16 luglio 1966, sostituendo l’ormai obsoleta sezione a cremagliera Bolzano/Bozen-Ferrovia del Renon/Rittner Bahn che, in più di un’ora e 20 minuti, univa Bolzano/Bozen a Maria Assunta/Maria Himmelfahrt, appunto sul Renon e che costituiva, prima, il solo collegamento fra il capoluogo e l’altopiano.
L’impianto a fune (lungo 4.566 m e meritevole d’essere annoverato, allora, nel Guinness dei primati quale specifica struttura più lunga al mondo) venne realizzata dall’azienda “Ceretti Tanfani” e trovò rimodernamento dalla ditta “Agudio” tra il 1986 ed il 1987.
Gli investimenti eccessivi previsti e resisi necessari per la revisione ventennale del 2006 (oltre 5 milioni di euro) costrinsero a considerare una funivia del tutto innovativa. Nell’intento d’arginare i costi, poi, venne concordato un contratto di partenariato pubblico-privato a favore del realizzatore dell’opera, con il finanziamento d’una percentuale dei costi da parte del costruttore che, come contropartita, avrebbe acquisito il diritto all’utilizzo economico per 40 anni di superfici attinenti in cui potervi edificare uffici, negozi, autorimesse.
La relativa gara venne aggiudicata dalle imprese “Leitner”, per la competenza funiviaria e “Seeste Bau”, per quella edile, con progetto delle stazioni a valle ed a monte frutto dell’architetto Luca Zangirolami di Bolzano/Bozen. La riattivazione del servizio funiviario avvenne il 23 maggio 2009, una ventina di mesi dall’andata in… pensione della preesistente funivia, il 17 settembre 2007.
La Ferrovia del Renon/Rittner Bahn, invece, è il risultato del progetto esecutivo dell’ingegnere Josef Riehl, che già nel 1897 aveva collaborato alla messa a punto della ferrovia Bolzano/Bozen-Caldaro/Kaltern.
Nel febbraio 1906 iniziarono i lavori che si conclusero dopo più d’un anno. Venne inaugurata in pompa magna, quindi, il 13 agosto 1907 e congiungeva la centralissima piazza Walther/Waltherplatz di Bolzano/Bozen a Collalbo/Klobenstein, lungo un tracciato di 11,7 km. La concessione della linea fu prerogativa della società Rittner Bahn AG che, comunque, ne appaltò l’esercizio alla Süd-bahn.
Nel 1911 la gestione passò dalla Rittner Bahn AG alla Etschwerke la quale, dopo la Prima guerra mondiale (e la conseguente assegnazione all’Italia del territorio sudtirolese “ribattezzato” Alto Adige), cambiò denominazione in Azienda Elettrica Consorziale (AEC), con gestione della ferrovia avocata fino al 1923, quando venne rimpiazzata dalla Società Trentina di Elettricità (STE) controllata dalla Società Idroelettrica Piemontese (SIP). Nel 1955 la competenza venne ceduta alla società Ferrovia Elettrica dell’Alto Renon (FEAR) ed il 1° gennaio 1960, in seguito all’assunzione in carico della ferrovia Bolzano/Bozen-Caldaro/Kaltern, la FEAR si trasformò in Ferrovie Elettriche ed Autoservizi Riuniti, conservando, così, il vecchio acronimo.
Il servizio di linea regolare sul tronco Bolzano/Bozen-Maria Assunta/Maria Himmelfahr tenne duro fino al 15 luglio 1966, sostituito il giorno dopo dal nuovo collegamento a fune che ridusse notevolmente il tempo di percorrenza dalla città all’altopiano, da oltre un’ora prima necessaria su cremagliera ad appena 12 minuti di funivia.
Dal 1° gennaio 1992 la SAD (Società Automobilistica Dolomiti, poi SAD S.p.A./AG Società Autobus Alto Adige/Südtiroler Autobus Dienst AG, maggiore società concessionaria per il trasporto pubblico extraurbano della provincia di Bolzano/Bozen ed urbano riguardo ad alcuni centri della provincia) subentrò alla FEAR nell’esercizio e nella gestione della linea. Anche la Funivia del Renon/Rittner Seilbahn dipende da SAD S.p.A./AG.
Raggiungere Collalbo/Klobenstein con il “romantico-pomicione” trenino della Ferrovia del Renon/Rittner Bahn, nelle due versioni d’epoca e moderna, vuol dire immergersi con delicato rispetto in natura e storia stimolanti.


Con la consapevolezza dell’ulteriore “premio”, una vista mozzafiato dall’altopiano sulle imponenti montagne che dominano l’orizzonte: Gruppo Puez-Odle/Puez-Geislergruppe (3.025 m), Gruppo del Sella/Sellagruppe (3.151 m), Sassolungo/Langkofel (3.181 m), Marmolada (3.342 m), Punta Santner/Santnerspitze (2.414 m), Sciliar/Schlern (2.564 m), Catinaccio d’Antermoia/Kesselkogel (3.004 m), Catinaccio/Rosengarten (2.981 m). Emozioni magari già vissute ma sempre da diario dell’anima…

Le (vecchie) Funivia e Ferrovia del Renon.
Nelle versioni anni Ottanta (del secolo scorso)







Il vecchio percorso della Funivia del Renon/Rittner Seilbahn passava sopra le suggestive piramidi di terra del Renon (Erdpyramiden am Ritten), denominate, originariamente, Lahntürme, “torri delle frane”.
I pinnacoli sono il risultato dell’erosione di depositi sciolti d’origine glaciale (argilla morenica fluvio-glaciale, residuo del ghiacciaio principale della Valle Isarco/Eisacktal e di alcuni ghiacciai locali secondari), dotati d’una certa percentuale di consolidazione. Questi accumuli sono contraddistinti dalla presenza di ghiaia e massi all’interno di sedimenti fini dal limo abbondante.
L’erosione è prodotta dal ruscellamento delle acque superficiali che, poco alla volta, incide solchi sempre più profondi, staccati tra loro da creste affilate in varia misura e soggette, a loro volta, ad erosione. Con i massi sovrastanti il processo erosivo si ferma temporaneamente, creando “guglie” con una roccia in cima che fa da “protezione” naturale.
L’azione delle acque di ruscellamento superficiale genera un graduale assottigliamento della colonna ed un’instabilità della pietra sovrastante che, inevitabilmente, finisce per cadere. Rimane una “spilungona” di terra senza copertura che, in genere, viene erosa in tempi brevi. Ed essendo le piramidi di terra non statiche ed in continua evoluzione, la loro resistenza ad una continua erosione cede nel crollo definitivo, liberando superficie per altre formazioni geologiche “sorelle”.
Servizi e foto di
Claudio Beccalossi