Il paziente è stato diagnosticato presso la Clinica delle Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e i test sono stati confermati dal laboratorio dell’IRCSS Ospedale Sacro Cuore di Negrar. Il paziente è attualmente stazionario presso il proprio domicilio in Lombardia e valutato periodicamente, tramite Telemedicina, dai medici infettivologi dell’Azienda Ospedaliera di Verona.
“Siamo soddisfatti della rapida diagnosi che dimostra come il sistema di allerta clinico infettivologico dell’Azienda funzioni perfettamente. Ritengo che questo caso non debba destare preoccupazione perché il sistema ospedaliero è in grado, anche grazie alla terribile esperienza della pandemia COVID, di rispondere rapidamente a questa tipologia di infezioni. Sono state inoltre inviate, come di consueto, le dovute segnalazioni alle autorità competenti regionali e nazionali” afferma il Direttore Generale dell’Azienda Callisto, Marco Bravi.
“E’ importante inoltre sottolineare – aggiunge Evelina Tacconelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive – come per il vaiolo delle scimmie è già a disposizione un vaccino e una terapia per via orale. A marzo AIFA ha infatti approvato il tecorivimat, farmaco antivirale in compresse, con questa specifica indicazione. Non sono ancora disponibili linee guida specifiche, ma è verosimile che il trattamento venga inizialmente riservato a soggetti immunocompromessi o con patologie concomitanti gravi a rischio di una evoluzione del vaiolo grave” .
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