Dopo l’incisiva segnalazione (pubblicata e via e-mail a chi di dovere) del mensile “L’Altra Cronaca” (a pag. 5 del n. 82 di giugno 2020) ripresa da “Il Giornale dei Veronesi” il 29.07.2021, è finalmente stata ripulita dalle immondizie la ripida, stretta e seminascosta scalinata accanto ad uno scolo secco che scende verso il fiume Adige dalla piazzola davanti all’ex Forte “Santa Caterina”, in via del Pestrino. Forte, come si confà a Verona sotto il dominio austriaco ufficialmente dal 1815 (anche se l’esercito d’oltralpe la occupava già dal 1814) al 1866, eretto tra il 1850 ed il 1852 ed intitolato al barone feldmaresciallo Heinrich Hermann Josef von Hess (Vienna, 17 marzo 1788 – Vienna, 13 aprile 1870), Capo di Stato maggiore del feldmarescialo Josef Radetzky.







I rifiuti accumulati nel disinteresse sono stati tolti di mezzo dall’AMIA (Azienda Multiservizi d’Igiene Ambientale), consentendo all’area naturalistica di pregio (appartenente al Parco dell’Adige Sud) di ritrovare la sua salvaguardia ambientale vilipesa da dissennati inquinatori.
Mentre l’AMIA, nell’ottica di scongiurare e semmai poi di sanzionare eventuali scaricatori di scarti, ha debitamente installato un cartello d’avviso di “area sottoposta a videosorveglianza” con finalità della sorveglianza attinenti al “controllo del corretto conferimento del rifiuto e di scarichi abusivi”, rimane ancora da risolvere, nel piazzale antistante al forte, la tabella della fermata dell’autobus semioccultata (gelosia verde?) dalla vegetazione.


Qualche buon taglio per restituirla alla vista non sarebbe male, per quanto sia utilizzata o meno da molto eventuali utenti (in zona) del servizio pubblico.
L’isolotto del Pestrino, oasi integrale da preservare
L’insidiosa gradinata che scende porta al cospetto dell’isolotto del Pestrino, un bosco igrofilo (in biologia, di organismo, animale o soprattutto vegetale, che vive bene in terreni molto umidi) senza alcuna interferenza esterna. La sua superficie costituisce un’oasi integrale per la protezione della fauna selvatica ed un habitat dell’avifauna di fiume, sia stanziale che migratrice, un caso di biotopo tipico delle zone umide oggi raro lungo il corso dell’Adige, compostasi geologicamente con il lento ma persistente accumulo di materiale portato dalla corrente del fiume


Stando alla Scheda dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale del Veneto) relativa al Parco dell’Adige Sud che tratta sinteticamente anche degli aspetti geologici della particolare area fluviale (“terreni golenali costituiti da materiale alluvionale quale ciottoli, ghiaia, sabbia e limo”), “l’isola del Pestrino è presente da circa 40-50 anni e si è formata anche in conseguenza alla costruzione della diga di S. Caterina che, rallentando la corrente, ha favorito la deposizione di sedimenti”.


La Scheda dell’ARPA fornisce ulteriori informazioni naturalistiche riguardo all’isolotto.
La fitta vegetazione ospita anche piante d’una certa consistenza come il pioppo nero, il salice comune, l’acero di monte, l’acero oppio, l’olmo campestre, l’ontano comune.
Come specie arbustive crescono il sambuco comune, il nocciolo comune, il salice da vimini ed il salice da ceste, il corniolo sanguinello, il biancospino comune ed il biancospino selvatico. Tra le erbacee sono state censite il rovo comune, l’edera, la vite comune, la clematide vitalba, il luppolo comune.


A sud dell’isola del Pestrino si riscontra il canneto formato prevalentemente da cannuccia di palude, lisca maggiore, giaggiolo acquatico, mestolaccia comune, carice, giunco.
La zona “esclusiva” desta interesse soprattutto ornitologico, con la rilevazione d’una ventina di specie di uccelli nidificanti e varie altre tra migratrici e svernanti regolari. Nelle acque del fiume a ridosso dell’isolotto, a valle della diga di Santa Caterina, si trovano pesci quali la scardola, la carpa, la tinca.
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi