La macchina del fango messa in moto dal capogruppo del PD veronese in Consiglio comunale continua: da una risposta del Ministro degli Interni Alfano a un’interrogazione di alcuni parlamentari del PD da cui l’unica “non novità” che emerge è che sono ancora in corso – peraltro da anni – accertamenti antimafia nei confronti di alcuni aziende che operano anche in provincia di Verona.
Il consigliere Bertucco coglie l’occasione per continuare a usare come metodo di lotta politica insinuazioni calunniose e diffamatorie. Mafia e ‘ndrangheta con l’Amministrazione comunale non c’entrano nulla: meglio farebbe Bertucco a ricordare che le cronache giudiziarie degli ultimi mesi parlano di infiltrazioni mafiose o malavitose in Comuni come Roma o di Campania e Calabria governati dal PD.
Del resto basti pensare alle più recenti attività della Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi: ricordo sia a Bertucco che all’On. D’Arienzo, oltre alle sferzanti critiche del Presidente del PD Matteo Orfini (“ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze”), ciò che ha detto la senatrice Francesca Puglisi della segreteria nazionale del PD: “è indecente l’utilizzo della Commissione Antimafia come strumento di lotta politica”. Evidentemente il PD veronese è ancora al bivio nella scelta tra i metodi di basso livello riproposti da Bertucco e un’opposizione seria, rigorosa ma costruttiva.
Ufficio Stampa Comune di Verona
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