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Perdura il silenzio di Verona su Alfredo Brasioli, scomparso artista “esule” volentieri a Roma
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Perdura il silenzio di Verona su Alfredo Brasioli, scomparso artista “esule” volentieri a Roma

24 Giugno, 2022 Verona Ricorda...

Dal 22 novembre 2016, data della morte – Sintesi del suo percorso come illustratore, pittore, fumettista, grafico – Alfredo era padre di Diego, attuale Ambasciatore d’Italia in Lussemburgo – Personali ricordi riannodati per atto dovuto

Avevo accennato alla figura di veronese e d’artista di Alfredo Brasioli nel numero 4 d’aprile 2015 de “L’Altra Cronaca”, nell’articolo intitolato “L’amico d’infanzia diventato diplomatico di lungo corso” incentrato sul figlio Diego che, dopo precedenti sedi di rappresentanza e successivi prestigiosi incarichi, all’epoca era ambasciatore d’Italia a Bucarest (Romania), funzione rivestita dal 2013 al 2017, mentre, dal 15 giugno 2020, è ambasciatore d’Italia in Lussemburgo.

   Diego Brasioli, nato a Roma il 23 novembre 1961 ma con radici veronesi da parte di genitori, zii, cugini e nonni. Infatti, oltre ad avere, con parenti materni, ancora la famiglia Brasioli di zio Raffaello (fratello del padre Alfredo) a Verona, ha nel cimitero periferico di Borgo Roma il nonno paterno Sereno Brasioli (21 ottobre 1902 – 10 settembre 1970) e, nel cimitero monumentale, la nonna (sempre di parte paterna), Nella Maria Nosè vedova Brasioli (9 luglio 1905 – 4 febbraio 1991). Nonna tumulata un paio di loculi sopra il cugino dell’ambasciatore, Simone, figlio di Raffaello, vittima ad appena 8 anni d’un maledetto investimento stradale.

   In quel mio scritto facevo riferimento a ricordi comuni. Abitavo con i miei familiari in via Legnago, in Borgo Roma. La stessa vecchia casa in cui risiedevano all’ultimo piano i nonni di Diego, Sereno e Maria, dapprima con i figli Alfredo, Renato e Raffaello (quest’ultimo a sua volta pittore ed appassionato di paleontologia).

La casa in via Legnago 28, in Borgo Roma, com’è oggi

Alfredo si trasferì da giovane a Roma (seguito dal fratello Renato) per seguire le sue giuste ambizioni in campo artistico (pittura, disegno, illustrazione, fumettistica).

   Rammento quando Diego ed i suoi genitori venivano in visita dai nonni paterni e materni a Verona. Trattengo dentro la sua immagine di bambino educato, sensibile, gentile. Del padre Alfredo (nato a Bovolone il 9 maggio 1935), poi, ho lontane sensazioni di giudizi su alcune mie “croste” su legni che avevo sottoposto alla sua attenzione ed alle quali lui aveva attribuito, con diplomazia pari a quella del figlio futuro ambasciatore, “valori” di personale poesia.

   Poi, in tarda adolescenza, quando iniziarono a pubblicare mie osservazioni sul “Piccolo Missionario”, Alfredo illustrò un mio intervento con una sorta di “ritratto a memoria” di come fossi stato fisicamente io, già ad anni dai nostri ultimi incontri.

Molto dopo, ottenuto il numero di telefono di Alfredo a Roma da un redattore (non rammento se del “Piccolo Missionario” o di “Nigrizia”), lo contattai perché potesse concedermi un’intervista per il quotidiano “L’Arena” (a cui collaboravo) sulla sua attività partita da Verona. Lui, dopo avermi chiesto il tempo di pensarci su, al mio successivo dialogo mi rispose di non essere interessato alla proposta. Si ricordò comunque di me e dei tempi veronesi e, quello, rappresentò già, per me, un positivo risultato.

   Il contatto con Diego Brasioli, invece, è proseguito nei limiti soprattutto dei suoi rilevanti impegni istituzionali. E, saputo della morte d’una sua zia a Verona, signora Laura Roccabianca (mamma del defunto cuginetto Simone e moglie dello zio Raffaello), mi permisi di pubblicare sulle circostanze un “pezzo” su “L’Altra Cronaca” n. 9 di settembre 2016 (“Un toccante sussurro d’amore: «Finalmente insieme»”), con relative condoglianze inviate via e-mail a Bucarest e con la replica di ringraziamento da parte dello stesso ambasciatore.

   Ma un altro evento luttuoso, focalizzato in ritardo solo su Internet (dato che non risultano altre fonti, men che meno quelle nostrane degli spocchiosi ed obnubilati media veronesi), m’ha spinto ad indirizzare un’ennesima e-mail a Diego Brasioli: il decesso di suo padre Alfredo, il 22 novembre 2016, sepolto nel cimitero Flaminio (o cimitero di Prima Porta). L’ho appurato su AfNews.info.

Alfredo Brasioli passed away. È scomparso Alfredo Brasioli.
Il 22 novembre scorso è scomparso Alfredo Brasioli, fumettista, illustratore, grafico, artista. Di origine veronese, valente disegnatore dalla struttura classica, trasferitosi a Roma in giovane età, dopo un primo approccio con Il Vittorioso (ne parla anche Carlo Peroni in un’intervista di Luca Boschi sul suo blog CARTOONISTGLOBALE) lavora per tutte le testate editoriali dell’area cattolica, molto con la ELI di Recanati. Renato Ciavola racconta i suoi incontri con “ALFRE”, amico e collega, sul suo ciavolablog.blogspot.com o anche su Facebook.

   E, con tale dritta, ho consultato CIAVOLABLOG.BLOGSPOT.COM (Il blog di Renato Ciavola fra immagini, parole, storie), trovando nei ricordi personali di Ciavola (cartoonist, illustratore, grafico, divulger journalist, promotore della lettura e del fumetto) delle interessanti retrospettive sull’artista veronese trapiantato a Roma.

   27 novembre 2016 – Ciao, Alfredo. Perché gli incontri della vita non vadano perduti. Prologo – Erano i primi tempi che lavoravo con l’editore AVE di Roma. L’amico grafico Giancarlo Olcuire mi faceva vedere le illustrazioni dei Libri di Vita, come si chiamavano allora i libri annuali che l’Azione Cattolica nazionale realizzava per i suoi educatori/animatori. Fra le immagini spiccavano quelle di Alfredo Brasioli, che io non conoscevo. Ero appena entrato nel mondo professionale e non si può conoscere tutti, tanto più che Alfredo non era considerato tra i grandi, né lo aiutava il suo carattere schivo e la sua insicurezza, a farsi strada in un mondo così difficile. Alfredo aveva un segno pulito, una sicurezza del tratto e una freschezza giovanile che gli invidiavo. Fu subito uno dei miei riferimenti (…). E mi promisi di incontrarlo.

   Folgaria – L’occasione fu il mio primo incontro nazionale sulla “comunicazione” organizzato dall’Associazione in quel di Folgaria (TN). (…) Fra i vari incontri e workshop (come si dice oggi) che erano programmati c’era un intervento di Alfredo Brasioli sul fumetto in generale (…). Ricordo bene che ebbi la sfrontatezza di contestare Alfredo su alcune cose che diceva sul fumetto (…). Alfredo non era molto scaltro e lo beccai in castagna. (…) E si passò a vedere la mostra delle mie tavole che addobbavano le pareti della stanza conferenze. La bella moglie di Alfredo (l’altrettanto veronese Rosetta Cavaliere o Cavalieri, n.d.t.) mi fece grandi complimenti, per i risultati ottenuti in così poco tempo dall’inizio della mia attività. Poi a pranzo ci mettemmo allo stesso tavolo e lui mi chiese di andare a trovarlo a Roma. Ci demmo appuntamento per l’ottobre successivo.

   Il primo falso incontro – A Roma mi trovai insieme a un altro amico, grafico anche lui per l’AVE, l’attuale carissimo architetto Pietro Bolzonetti di Fabriano, che a quei tempi stava ancora studiando. Telefonai ad Alfredo ma si era già dimenticato dell’appuntamento. Io mi ero prefigurato una serata con lui a parlare d’arte e di cose inerenti al fumetto, per scucire qualche segreto alla sua esperienza annuale (aveva lavorato anche al mitico giornale per ragazzi Il Vittorioso). Mi disse di raggiungerlo al Foro Piscario, un luogo dell’Isola Tiberina se non erro, dove c’era un incontro con un certo Russo artista, e c’era credo anche una mostra di questo gruppo di artisti di cui anche Alfredo (… non più giovanissimo rispetto agli altri) era iscritto. (…) Trovammo la riunione, ci unimmo al gruppo e ascoltammo un po’. Ci salutammo con Alfredo. Ma, visto che lui era tutto preso dai propositi – soliti, banali – teorici di quel gruppo di fantomatici-futuri-possibili artisti a cui lui si era scioccamente legato, lo salutai e me ne andai. (…) Più tardi compresi che Alfredo, era nel vero senso della parola “un artista mancato”. È quello che voleva fare da giovane, credo, ma poi la vita va in un certo modo.

   Primo incontro serio – Alla fine riuscii a ottenere un appuntamento più serio con lui. Mi ricevette a metà mattina a potei osservare gli stupendi cavalli di terracotta, multipli smontabili, che lui aveva fissato alle mura del suo studio, delle scale interne che conducevano al suo studio, tutto affrescato in stile quattrocentesco. Alfredo era un artista “antico”, innamorato dell’arte classica, non avrebbe dovuto fare fumetti secondo me, più bravo infatti come illustratore. In realtà era un grande disegnatore-scultore classico.

   Ricordo solo due aneddoti – Il 14 dicembre 2011 scompariva Carlo Peroni (mitico alias “Perogatt”). Nel blog di Luca Boschi CARTOONISTGLOBALE, in una lunga intervista che fece l’autore a Perogatt anni prima, Peroni ricordava personaggi famosi e meno che aveva conosciuto, e al Vittorioso e in altre mille occasioni della sua vita professionale. «Fra i tanti voglio ricordare anche Alfre (Alfredo Brasioli: si firmava così). Era specializzato nel realizzare i titoli dei cineromanzi, come erano chiamate allora le storie a puntate del Vittorioso. Tipo molto preciso, pignolissimo, studioso della storia antica. Ha poi realizzato diversi fumetti molto belli per “Il Giornalino”». Il noto critico e scrittore Gianni Brunoro, nel 1984 annota: «Nel 1980 appare a puntate sulle pagine de Il Giornalino “Ulix”, capolavoro fumettistico di Alfredo Brasioli, storia densa di metafore ambientata in un futuro post apocalittico ispirata all’Odissea».

   Per tornare a noi, da Alfredo quel mattino ho l’iniziazione per varie cose: mai prendere il caffè (se si è in casa) a stomaco vuoto, ma “condirlo” con due biscottini, per evitare bruciori di stomaco. E da quella volta ho sempre seguito quel consiglio, specialmente mentre scrivo o disegno. Contemporaneamente mi diede delle dritte per colorare con le ecoline, cosa difficilissima se non si è veloci. (…) Poi Alfredo volle darmi il suo benvenuto caloroso, offrendomi una visita alla Galleria di Arte Moderna di Roma. Ricordo Klimt, il Giambologna… Parlammo d’arte tutta la mattina. Credo che mangiammo qualcosa insieme, ma la memoria non mi aiuta in merito.

   Passarono gli anni – Ci scrivemmo qualche rarissima volta, a Natale… lui sempre molto conciso. Qualche telefonata. Ci scambiammo lavori. Per un lungo tempo non stette bene, allora andai a trovarlo di nuovo. Parlammo di incisione, d’arte in genere. Degli autori moderni del fumetto. Mi confessò che non conosceva assolutamente la storia del fumetto come me. Lo rividi a Roma, a un’assemblea annuale dell’Associazione Amici del Vittorioso. Pranzammo tutti insieme. (…) Non ci rivedemmo più, credo. Ci scrivemmo ancora e forse gli mandai una sua foto che avevo scattato quel giorno a pranzo. Gli scrissi poi una lettera uno o due anni fa, perché avevo saputo che non era stato per niente bene. Non rispose. Ieri Giancarlo Olcuire su FB mi ha informato che è scomparso il 22 novembre.

   Il personaggio che emerge da quanto descritto da Renato Ciavola è quello d’un Alfredo Brasioli riservato, introverso, innamorato dell’arte proprio perché artista, generoso produttore di illustrazioni che Internet ha abbondantemente inghiottito. Dopo aver digitato su Google il suo nome e cognome, comunque, i risultati forniscono solo un pallido spaccato di creatività fumettistica, di certosina ricerca storica e di fedeltà a radici religiose che hanno accompagnato il percorso tra carta e colori di Brasioli. In effetti, i miei remoti ricordi lo associano ad una sorta di burbera personalità, ad un contenuto e pacato esprimersi, ad uno “scontro” silente tra timidezze (forse la sua e certo la mia) più che tra stacchi generazionali.

   Un ulteriore “ritratto d’artista” è riassunto qui: Alfredo Brasioli è stato un fumettista, illustratore e grafico italiano, che ha lavorato a lungo per case editrici cattoliche. Nato nel 1935 a Bovolone (Verona), inizia la sua carriera a Roma. Tra i suoi primi lavori ci sono i fumetti “Lo Stregone Bianco” e “Il Fantasma di Land-Town” per Yoga Club (1955-1957), rivista promozionale per succhi di frutta Yoga. Negli anni Sessanta illustra storie e articoli per le riviste cattoliche Vera, Vita e Voci d’Oltremare. È stato presente a Il Vittorioso come disegnatore di intestazioni e illustratore per puntate a fumetti negli anni ‘70, ha realizzato illustrazioni e il film di fantasia “Ulix” (con A. Montanari nel 1977) per Il Giornalino.

Una tavola di Alfredo Brasioli per Ulix

Dagli anni ‘70 in poi Brasioli ha lavorato molto per le riviste per ragazzi delle case editrici cattoliche Edizioni AVE ed Edizioni ELI. Tra questi La Giostra, TOT, Segno nel Mondo, Tutti Insieme, Ciao, Davai, Festa, Ragazzi e Kid. Il suo lavoro comprendeva principalmente illustrazioni, ma anche storie comiche di natura educativa e religiosa.

Ulteriori lavori in questa tradizione sono apparsi ne Il Piccolo Missionario.

Un autoritratto di Alfredo Brasioli per PM (Il Piccolo Missionario) dei Comboniani di Verona

Alfredo Brasioli è deceduto il 22 novembre 2016.

   Alla luce di questo e di molto altro, appare incredibile la noncuranza di Verona per un suo figlio illustre che ha dato tanto a precisi settori dell’arte figurativa da “esule volontario” e per nulla nostalgico, anzi. La “legge” del nemo propheta in patria persiste nello spocchioso gotha della cultura cittadina?

   E, dopo aver rimestato in anni distanti, è stato doveroso, da parte mia (ma lo sarebbe stato un altrettanto obbligo degli ignorantelli-saccenti ai vari vertici non solo di Verona ma pure della nativa Bovolone), rivolgere un pensiero di cordoglio al figlio ambasciatore, Diego, con un’e-mail datata 11 gennaio 2017.

   Gentile dott. Diego Brasioli, solo nei giorni scorsi (navigando su Internet alla ricerca di documentazione per miei articoli) ho “scoperto” la triste notizia della scomparsa del Suo Grande Papà Alfredo, il 22 novembre 2016. Mi permetta, a nome anche di mia madre Delmina (buona conoscente e vicina dei Suoi nonni paterni oltre che di Suo padre e dei Suoi zii), d’esprimerLe le mie più sincere condoglianze ed il mio malinconico rammarico per tale grave perdita, accentuata dal rilevante ruolo nell’arte e nella cultura contemporanee che occupava, con pieni meriti, il Suo illustre genitore. Auspicando occasioni d’incontro, La saluto con un amichevole abbraccio…

   La replica è stata immediata. Grazie del gentile pensiero! E auguri alla Sua cara mamma. Con amicizia. Diego Brasioli – Ambasciatore d’Italia – Bucarest – Romania.

   Il batti e ribatti via e-mail tra me ed il diplomatico Brasioli ebbe sviluppo in un incontro diretto (dopo tanti anni!) il 10 giugno 2019, invitato da lui addirittura al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale (“la Farnesina”), a Roma. Il tutto rendicontato nell’articolo “Una mattinata particolare…” (“L’Altra Cronaca” n. 70 di giugno 2019). In vista d’un previsto, nuovo rendez-vous in Lussemburgo…

Il diplomatico Diego Brasioli (sx) nel suo ufficio alla Farnesina assieme a Claudio Beccalossi (dx)

Claudio Beccalossi

© Riproduzione riservata

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