Ha studiato per anni le dinamiche della fertilità maschile, dando risposte sulla scarsa natalità in Veneto e il problema dell’eiaculazione precoce che affligge i giovani, collegandolo con l’abuso di materiale pornografico online. Ha studiato la correlazione con smog, fumo e Pfas e il numero di spermatozoi prodotti dai giovani attraverso uno screening durato anni, ed ora gli sforzi scientifici del professore Carlo Foresta sono stati premiati. E’ dell’altro giorno infatti la notizia dell’insediamento del Consiglio Superiore di sanità, in cui il professore, ordinario di endocrinologia all’università di Padova e Direttore del Centro regionale di crioconservazione dei gameti maschili, è forse il nome più noto tra i cinque veneti chiamati a fungere da organo di consulenza del Ministro della Salute nelle decisioni più complicate.
Il Consiglio superiore di sanità parla veneto: infatti oltre a Carlo Foresta ed altri tre esponenti della della scuola veneta, arriva la nomina anche di un altro veneto, vale a dire Domenico De Leo, professore ordinario di di medicina legale all’Università di Verona. Un quintetto che si è meritato i complimenti di Luca Zaia, Governatore del Veneto: «Cinque illustri clinici della sanità veneta sono entrati a far parte del nuovo Consiglio Superiore di Sanità. Sono orgoglioso di loro che portano il lavoro eccellente svolto in Veneto, il loro patrimonio scientifico, al servizio dell’Italia intera. Con orgoglio auguro dunque loro buon lavoro. Sono il simbolo di un sistema sanitario veneto che esprime qualità nelle cure e negli ospedali, ma anche a livello universitario, con gli Atenei di Padova e Verona. I professori Claudio Cobelli, Domenico De Leo, Carlo Foresta, Paolo Pederzoli e Massimo Rugge sono ai vertici nazionali e internazionali in discipline estremamente qualificate nel panorama sanitario e il loro sapere sarà prezioso in un contesto scientifico elevato come il Css. Dopo la nomina di Luca Coletto a Sottosegretario un altro grande segnale del rilievo nazionale della sanità veneta».
“Masturbarsi è normale?”, ”Farlo spesso danneggia il pene?”, ma anche “Sono efficaci i farmaci per l’eiaculazione precoce?”, ”A che età si possono usare?”, fino a uno speranzoso “Esistono farmaci per la crescita del pene?”. Sono queste le principali e più frequenti domande dei giovanissimi all’andrologo, emerse dall’analisi dei quesiti dei ragazzi coinvolti nel progetto Adrolife, promosso dalla Fondazione Foresta Onlus e dalla Siams (Società italiana di andrologia e medicina della sessualità). “Dalle domande emerge una forte immaturità di questi ragazzi alle prese con il sesso”, sottolinea all’Adnkronos Salute Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia dell’Università di Padova, presentando i risultati del progetto.
“Il 45% delle domande riguarda la masturbazione, con dubbi su danni per la salute o per la performance sportiva legati all’autoerotismo. Domande ‘antiche’ ma ancora in aumento. Poi colpisce il 16,8% dei quesiti, relativo ai farmaci: a 18-20 anni chiedono prodotti per l’eiaculazione precoce, ma anche per allungare il pene, o si informano sui medicinali acquistati sul web”, conclude.
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