Secondo quanto anticipato in esclusiva da “Il Giornale dei Veronesi”, ieri pomeriggio (27 febbraio), alle ore 17:20, un pullman partito da Ternopil’, nell’Ucraina occidentale e diretto a Trento, ha sostato all’uscita dal casello di Verona Nord dell’autostrada A22 del Brennero per consentire la discesa di alcune mamme e loro piccoli in cerca di scampo, assieme agli altri a bordo, dalla recrudescenza dell’invasione russa, attesi da parenti ed amici.
La tensione era ancora nel volto dei tre autisti, autorizzati al servizio, che si sono alternati alla guida.
Stanche ed un po’ frastornate sono uscite dall’automezzo, come già preannunciato, Anna e le sue piccole Milana e Sofya, costrette a staccarsi dal marito e padre Roman a causa del divieto del governo di Kyïv agli uomini tra i 18 ed i 60 anni di lasciare il Paese in guerra. Si sono ricongiunte con l’ansiosa nonna Larysa, a Brescia.
Il difficile viaggio in uscita dall’Ucraina verso l’Italia (costato a ciascun passeggero 100 euro) è stato sintetizzato da Olga che, con la figlia Nataliya, è rimasta ad aspettare chi le porterà a Biella dove vive la sorella Maria (madre di Roman).
«Il nostro viaggio fino a qui è durato ben 48 ore, con 40 km di coda per raggiungere da Ternopil’ la frontiera ucraino-ungherese, tra Čop e Záhony. Lasciavano passare una corriera ogni 20 auto. Non abbiamo sentito rumori di bombardamenti o di spari nel percorso verso il confine. Speriamo solo di tornare al più presto a casa».
I passeggeri del “pullman dei miracoli”, che sono riusciti a trovar rifugio in nord Italia, devono ora convivere, purtroppo, con la dolorosa apprensione per gli uomini di famiglia rimasti nel conflitto russo-ucraino.
Claudio Beccalossi