Serhij (in lingua ucraina) o Sergej (in russo) Kazakov vive a Kyïv, nonostante sia originario di Kam”janec’-Podil’s’kyj, città dell’Ucraina occidentale, sul fiume Smotryč. A Verona ha la zia Svitlana Tsykunova e la cugina Iryna Kazakova a cui invia video registrati col cellulare da lui stesso o da altri sull’avanzata ed assedio delle forze russe alla capitale ucraina, bombardamenti inclusi. Come quelli che hanno riguardato l’attacco alla torre della televisione di Kyïv e paraggi del 1° marzo scorso, ripresi da posizioni diverse ma convergenti e proposti dalla nostra testata.
La struttura a traliccio più alta nel mondo per le trasmissioni televisive e radiofoniche presa di mira dalle postazioni russe è completamente di metallo, alta 380 metri e con la base del diametro di 90 metri. Si trova nella parte nord occidentale di Kyïv, vicino a piazza Santa Sofia ed al Memoriale per l’Olocausto di Babij Jar, dove i nazisti ed i collaborazionisti ucraini massacrarono 33.771 ebrei tra il 29 ed il 30 settembre 1941 e, in seguito, tra 100mila e 150mila altri ebrei, prigionieri di guerra sovietici, nazionalisti ucraini, rom e sinti.
La torre della televisione è sorta tra il 1968 ed il 1973 sul luogo in cui esisteva, dalla fine del XIX secolo, il cimitero ebraico di Lukianovka distrutto dagli occupanti nazisti e definitivamente chiuso tra il 1961 ed il 1966. Varie vittime del massacro di Babij Jar non vennero traslate altrove e rimasero interrate, con la torre che poi venne edificata sulle stesse sepolture, in un discutibile connubio tra sacro e profano…
Claudio Beccalossi