Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende commemorare le 111 vittime innocenti del disastro di Molare, avvenuto il 13 agosto del 1935, perché il tempo non spazzi via la memoria di quanti ingiustamente morirono a causa delle speculazioni esercitate spietatamente dall’uomo nei confronti dell’ecosistema.
Secondo lo studio di Domenico Tropeano, pubblicato nel testo “Eventi alluvionali e frane nel Bacino della Bormida, studio retrospettivo”: “Nel Bacino dell’Orba cadono 364 mm di pioggia in meno di 8 ore. A (Loc.) Lavagnina la precipitazione è di 554 mm (182 in 2 ore), superando tutti gli analoghi eventi…nell’Europa… da oltre due secoli”, tuttavia la diga non resse in quanto mal strutturata.
Nessun colpevole, malgrado le testimonianze e le perizie abbiano accertato diversamente, consegnò la storia giudiziaria ai famigliari delle vittime del crollo della diga delle Officine Elettriche Genovesi, ramo della potentissima Edison.
Sono passati ormai 85 anni e, indipendentemente dal tempo trascorso, i fatti storici rimangono impressi tra le righe di qualche libro o nell’animo di chi, come l’artista giapponese Setsuko, ha promosso e realizzato, il 13 agosto del 2015, una marcia silenziosa con i partecipanti uniti da lenzuola bianche, colore della pace.
Dimenticate dalla stampa del regime fascista, come tutte quelle degli altri accadimenti drammatici dell’epoca, oggi vogliamo ricordare le vittime innocenti del Molare, per rendere in qualche modo giustizia a chi perse la vita a causa della trascuratezza e imperizia umana e invitare alla riflessione / documentazione storico – ambientale i nostri docenti e studenti.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU