In copertina da sinistra verso destra: l’assessore Ilaria Segala, il senatore Vincenzo D’Arienzo (PD) e l’onorevole Alessia Rotta (PD)
Rete Ferroviaria Italiana e ITALFERR completeranno a febbraio il progetto di prefattibilità tecnico-economica della tratta in uscita a Verona nord della linea di Alta Velocità Verona/Fortezza.
Un intervento che prevede il quadruplicamento dell’attuale linea ferroviaria Verona – Brennero a partire dalla fine dell’abitato di Pescantina fino al bivio di San Massimo in territorio veronese per circa 9 chilometri.
L’iter prosegue spedito, rafforzato dal positivo incontro del 17 gennaio tra l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala e la responsabile della Direzione tecnica Rete Ferroviaria Italiana Paola Firmi, da aprile 2021 Commissario straordinario per il potenziamento della linea Fortezza–Verona.
Da qui l’invio di una lettera firmata dall’assessore ai deputati del Parlamento per un loro coinvolgimento nel reperimento, da parte dello Stato, dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera.
Fondi che riguardano i cantieri veri e propri e non la progettazione, che non solo è già stata finanziata ma che è agli step conclusivi dell’iter.
“Il senatore D’Arienzo e l’onorevole Rotta non hanno ben chiara la differenza tra un progetto e un cantiere – afferma l’assessore commentando le affermazioni in merito dei rappresentanti del PD -. L’importanza di entrambi è indiscutibile, senza progetto non c’è cantiere e viceversa. E’ un grave errore però confonderli, tanto più se in relazioni ai rispettivi costi, visto che, per infrastrutture di notevoli dimensioni come la TAV, il costo de cantieri supera di gran lunga quelli della progettazione.
Motivo per cui stiamo spingendo il Governo a intervenire per garantire la copertura finanziaria di un’opera che il Governo ha classificato come prioritaria.
E’ su questo fronte ora che serve battersi, visto che l’iter progettuale è pressoché concluso. Questo è bene che D’Arienzo e Rotta lo tengano bene a mente, per non fare ulteriori brutte figure. Quando a febbraio arriverà lo studio di prefattibilità bisognerà essere pronti.”
“Dicono il vero invece, il senatore D’Arienzo e l’onorevole Rotta, sul fatto che l’ipotesi progettuale prospettata nel 2018 al Comune di Verona dell’ex commissario straordinario Ezio Facchin è rimasta ferma per molti mesi. Ma quello che raccontano loro è, ancora una volta, il film sbagliato. Si è trattato di rimandare una scelta che sarebbe stata devastante per la città, e che questi mesi di trattative siamo riusciti a modificare con la più vantaggiosa delle proposte. Il nostro obiettivo, infatti, non è mai stato quello di accettare supinamente tutto ciò che RFI proponeva, ma di valutare e trovare le soluzioni migliori per la città ed il suo sviluppo. Il progetto Facchin avrebbe distrutto totalmente Corso Milano, con un cantiere di due anni che avrebbe bloccato una delle arterie principali d’ingresso alla città. Il tutto per avere, come risultato finale, un Corso Milano non più in piano ma in salita per superare la ferrovia. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto è di avere una ferrovia interrata, a garanzia della viabilità e della qualità della vita della zona e di tutta Verona”.