Si è consumata venerdì scorso la protesta dei sindacati di Linate contro la decisione di Alitalia di «rimettere in discussione il
contratto commerciale con Airport Handling». I rappresentanti dei
lavoratori affermano che la gestione dei servizi di terra, in
autoproduzione di Alitalia, provocherebbe 500 cassaintegrati.
Chiedono perciò il ritiro del provvedimento.
Alitalia sostiene al contrario, di aver richiamato al lavoro il
proprio personale di Linate, 116 addetti, che nel periodo di
trasferimento dei voli a Malpensa era stato posto in cassa
integrazione, poiché l’attività di assistenza a terra era stata
trasferita integralmente alla stessa Airport Handling. Sembra questa
una decisione in linea con quanto chiesto dai sindacati nazionali. A
Roma, in questa fase di costituzione della Newco, affermano che “ servono
certezze sul passaggio ” alla nuova Newco di tutti i lavoratori attualmente in forza alla
compagnia. Tutti gli 11.132 dipendenti, dei quali
ben 2.800 unità che sono dedicate all’handling devono restare in
azienda e non vanno considerati esuberi. I pochi voli di Alitalia a
Linate chi li deve assistere? Entrambi gli operatori, Airport Handling
(di fatto ancora controllata da SEA) e Alitalia Handling sembra
impossibile. Difficile pensare che la mano destra (i sindacati di
Milano) non sappia quel che fa la mano sinistra (quelli di Roma). Più
facile credere che, al pari del Governo, anche i sindacati non
vogliono prendere atto che è finita la “grandeur “ dei cieli
nazionali. Il settore è sempre più nel baratro. Sia Alitalia che Sea negli ultimi anni sono state, sia per quantità che per periodi temporali, aziende che hanno fatto uso abbondante degli ammortizzatori sociali. La prima non ha evitato di naufragare e la seconda ha macinato utili stratosferici. Un uso distorto ed eccessivo della cig, sottratta ad altri settori ben più bisognosi, ha finito per tutelare non tanto i lavoratori quanto le aziende decotte (Alitalia) o monopoliste (Sea) con i soldi dei contribuenti e dei passeggeri. Oggi è Alitalia a“minacciare” Sea. Pensare che solo nell’aprile scorso, quando Alitalia
aveva messo in vendita i suoi tre asset: aviation, handling e
manutenzione, proprio il lotto handling stava per essere acquisito da
Airport Handling prima dell’inspiegabile nuovo dietrofront del
Governo che ha deciso di nazionalizzare per l’ennesima volta il
vettore. Per meglio dire fare ancora una volta pagare agli Italiani
il conto di scelte scellerate. Tra tre mesi sentiremo ancora battere cassa (integrazione).
Dario Balotta
presidente ONLIT
(OSSERVATORIO NAZIONALE LIBERALIZZAZIONI INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)