La panchina è un luogo di riposo, ma anche di incontro e condivisione.
Non è un caso che sia stata scelta come simbolo della nuova campagna di sensibilizzazione della Fibromialgia, patologia non riconosciuta e spesso trascurata che la pandemia ha contribuito ad aggravare ulteriormente.
E da oggi in piazza Pradaval c’è una panchina speciale che difficilmente passa inosservata. E’ la panchina viola della Fibromialgia- AISF, ultima iniziativa promossa dall’Associazione italiana sindrome fibromialgica per far conoscere una realtà dolorosa ma poco conosciuta.
I malati di Fibromialgia chiedono di non essere più invisibili e che la loro sofferenza abbia la stessa dignità di altre patologie. Al loro fianco ci sono medici e volontari, ma anche testimonial dello sport. E le istituzioni, in primis l’amministrazione comunale, che già dall’anno scorso ha dimostrato la propria vicinanza illuminando di viola la Gran Guardia il 12 maggio, giornata nazionale dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni del paziente fibromialgico.
All’inaugurazione della panchina viola in piazza Pradaval ha partecipato il sindaco Federico Sboarina. Presenti il presidente AISF Pier Carlo Sarzi Puttini, i medici volontari Irma Lippolis ed Elena Fraccaroli, monsignor Callisto Barbolan in rappresentanza del vescovo di Verona monsignor Giuseppe Zenti.
“Una partita che giochiamo insieme e che vinceremo – afferma fiducioso il sindaco -. In questi difficili anni caratterizzati dalla pandemia, ho capito cosa significa per un sindaco prendersi cura anche del dolore della comunità, facendo tutto il possibile per non lasciare indietro nessuno. Un impegno che porterò avanti per la vostra causa. Una malattia come questa, che provoca forti dolori diffusi in tutto il corpo, non può non essere riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale come malattia cronica e invalidante”.
“Ringraziamo il sindaco per la grande sensibilità dimostrata – ha detto il presidente Puttini -. La pandemia ha purtroppo peggiorato la situazione di alcuni malati, per questo non vogliamo più essere invisibili e coinvolgere più istituzioni possibili nella nostra battaglia”.