Sarebbe stato direttamente il direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici a chiedere di risolvere il problema dell’esame di italiano di Luis Suarez. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani tra cui il Corriere della Sera e La Repubblica, ciò emergerebbe dalle intercettazioni della Procura di Perugia: “Si è interessato Paratici”, direbbero i vertici dell’Università per stranieri del capoluogo umbro, dove si è svolto il test del calciatore uruguaiano per ottenere la cittadinanza. Di questo interessamento, secondo Repubblica, si parlerebbe anche in altre conversazioni tra i cinque indagati dell’Università. Mediatore tra la Juventus e i vertici dell’Ateneo, secondo il Corriere, sarebbe stato il rettore dell’Università Statale cittadina Maurizio Oliviero, che sarà ascoltato come testimone nei prossimi giorni. “Mi chiamò una persona che fa parte dello staff della Juventus per sapere se nel mio ateneo si poteva sostenere il test B1 – dice oggi al quotidiano Oliviero – io risposi che avrei interessato i colleghi dell’università per gli stranieri.
Chiamai la collega Giuliana Grego Bolli e parlai pure con Simone Olivieri (rispettivamente rettrice e dg dell’Università per stranieri, ndr). Ad entrambi spiegai quali erano le richieste e girai i contatti. Poi non ho saputo più nulla. Qualche giorno dopo l’esame sostenuto da Suarez sono stato contatto da Paratici che voleva dirmi che l’entourage del giocatore era rimasto molto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta e voleva ringraziarmi”. Il dirigente juventino, riporta comunque Repubblica, avrebbe spiegato a fonti a lui vicine di non aver mai avuto rapporti con l’Università.
Appena sette giorni fa Luis Suarez, attaccante del Barcellona a lungo obiettivo della Juventus, aveva superato la prova d’italiano di livello B1 (quello intermedio) presso l’Università per Stranieri di Perugia dimostrando di “comprendere bene la lingua” disse ai giornalisti il professor Lorenzo Rocca che lo aveva appena esaminato, sottolineando che nel parlato “si fa capire”. “Non spiccica na parola”, “non coniuga i verbi”, “parla all’infinito” diceva però il 12 settembre Stefania Spina, direttrice del Centro di valutazione e certificazione linguistica dell’Ateneo e docente del breve corso on-line seguito dal ‘pistolero’. Non sapendo di essere intercettata dalla guardia di finanza. La procura perugina guidata da Raffaele Cantone ritiene infatti che quello di Suarez sia stato un “esame farsa” in una seduta fatta “ad hoc”. Stamani le fiamme gialle hanno perquisito gli uffici dell’Università per Stranieri. Tra gli indagati compaiono infatti la rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, Stefania Spina, Lorenzo Rocca e un’impiegata che predispose l’attestato per il calciatore. L’ipotesi investigativa è che gli argomenti oggetto della prova d’esame siano stati “preventivamente concordati” con il candidato, al quale il punteggio “è stato attribuito prima ancora dello svolgimento” si legge nella nota del procuratore Cantone. In modo tale – emerge dal decreto della procura perugina – da “blindare l’esito favorevole”. “Ma te pare che lo bocciamo!” un’altra delle frasi, intercettate, della professoressa Spina la quale ricorda poi che “con dieci milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1”.
Il comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Perugia, colonnello Selvaggio Sarri (che non è parente dell’ex allenatore juventino pur avendo lo stesso cognome), ha quindi spiegato che è stata “la Juventus, attraverso il suo staff, a rivolgersi all’Università per Stranieri per sapere se ci fosse la possibilità di far svolgere a Suarez l’esame”. Sottolineando che nessun appartenente al club piemontese è indagato. Il colonnello Sarri ha detto di “non sapere perché la Juventus si sia rivolta proprio alla Stranieri Perugia”. “Dall’indagine sono comunque emersi – ha aggiunto – contatti tra lo staff juventino e i vertici dell’Ateneo che ha poi materialmente organizzato l’esame del calciatore. Perché lo ha fatto? Probabilmente per il ritorno d’immagine che sarebbe derivato”. Secondo gli inquirenti dagli accertamenti – avviati per “fatti diversi” che riguardano sempre palazzo Gallenga – emerge come la decisione di far superare l’esame al calciatore, “prescindendo da ogni valutazione delle effettive competenze linguistiche, sia stata assunta dai vertici dell’Università per Stranieri”. Che oggi ha sottolineato “la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite per l’esame sostenuto dal calciatore Luis Suarez”. L’Ateneo “confida che ciò emergerà con chiarezza al termine delle verifiche in corso”. Suarez intanto non risulta indagato e nell’indagine non sono coinvolti nemmeno persone del suo entourage. Quella emersa con le perquisizioni sarebbe comunque solo una parte dell’inchiesta in corso sulla quale stanno lavorando i magistrati di Perugia.
Fonte: ANSA.