Una piazzola a lato di via Germania, allo sbocco da via Ferdinando Porsche. Luogo abituale di sosta di autoarticolati anche internazionali, con autisti che si sobbarcano ore di guida su autostrade e percorsi alternativi portandosi dietro (come il filosofo greco Diogene di Sinope detto il Cinico – Sinope, 412 a. C. circa – Corinto, 10 giugno 323 a. C. – che viveva in una botte aperta) il loro micromondo esistenziale. Cioè, cuccetta in cabina per dormire e dotazioni spesso di fortuna per farsi da mangiare in assenza od in sostituzione delle classiche “trattorie da camionisti” (passate icone della ristorazione riempipiatto gustosa ed a buon prezzo) ma che, con crisi economica e concorrenza agguerrita di colleghi dell’Est Europa, sono ormai quasi un ricordo bonario dovendo ridurre i tempi per consegnare il carico nel più breve tempo.
Per questo nello slargo di via Germania, frequentato da tir e camion, abbondano i resti di pasti e relative bevande (soprattutto bottiglie di birra e lattine di bibite), compresa la carbonella di chi, gastronomicamente pretenzioso, s’è portato appresso perfino l’attrezzatura per cuocere la carne alla griglia.
Lo “spettacolo” degli scarti e delle immondizie ammucchiati lungo la linea del guardrail poco prima del muro di cinta è ben poco edificante, comunque non certo il risultato dell’ultima ora. Si tratta d’una pesante situazione inquinante ed antiigienica che bivacca senza opportune bonifiche, anche dai… bisogni corporali di chi ha fatto del luogo una sorta di toilette a cielo aperto. Forse, per arginare il… fenomeno, andrebbe considerata l’installazione in loco d’una o più cabine prefabbricate con WC chimico…
Contenitori e cestini dei rifiuti, avaramente presenti, sono stracolmi di materiale putrescente e servirebbe non solo un’opera urgente di svuotamento ma pure una dotazione maggiore, con regolari e frequenti azioni di smaltimento.
Le condizioni d’una parte dello stesso guardrail è penosa: ammaccata, divelta, sfondata, probabilmente durante le manovre degli automezzi per allinearsi, far retromarcia od altro. Contorta e rovinata, la malridotta barriera di protezione vivacchia così com’è, nell’indifferenza che sa tanto di lassismo.
Le istituzioni preposte ribalteranno l’indecente contesto?
Servizio e foto di Claudio Beccalossi