Argine del fiume Adige sotto il ponte Perez, a Zevio, frequentato da graffitari, beoni e cercatori di reperti anche dell’ultimo conflitto, magari già noti ed ora affioranti per l’insolito periodo di secca. Com’è successo nel Mantovano, dov’è emerso dalla sabbia e recuperato per il Museo della Seconda guerra mondiale del fiume Po un semicingolato tedesco lì abbandonato durante la ritirata verso il nord delle truppe naziste nell’aprile 1945.








Se quanto prelevato dalle ampliate secche del Po finirà in bella mostra nel museo di Sermide e Felonica (www.museofelonica.it), non si sa nulla, per il momento, di eventuali ritrovamenti lungo le rive all’inconsueto asciutto dell’Adige. Un rilevamento fai-da-te nell’area atesina di Zevio sottostante il ponte Perez (consolidato da un adeguamento statico e sismico ed allargato tra il 2003 ed il 2005 con committente l’amministrazione provinciale, per un importo dei lavori pari a 3,2 milioni di euro complessivi) conferma, comunque, il “passaggio” di imbrattatori vandalici e la sosta di bevitori in cerca di spazi di consumo… alternativi, più che appartati.



L’azione dei primi è evidente su spalle e piloni, deturpati da scarabocchi a colori. Non deve essere stato tanto semplice, per gli autori delle gesta graffitare, arrampicarsi sulla sottostruttura per dar libero sfogo al proprio eufemistico estro che intacca il suggestivo panorama tra sponde e fiume.




Ignoti consumatori d’alcool, inoltre, hanno lasciato bottiglie e lattine vuote nell’erba nei pressi o sotto il ponte inaugurato nel 1880 (intitolato al sindaco Antonio Perez – 1821-1890 – che ne propugnò la costruzione).


Di reperti riapparsi dalla storia tra ciottoli e sabbia dell’Adige in asciutta, invece, niente. A parte alcuni ferri fortemente arrugginiti e certamente datati raccolti e da ripulire, più che altro, per curiosità…


Claudio Beccalossi