Dopo la carenza ed il conseguente, difficoltoso reperimento sul mercato internazionale delle mascherine chirurgiche nella prima fase della pandemia da SARS-CoV-2 tocca ora, nel silenzio dei più, alla posateria in plastica usa-e-getta soprattutto nelle mense aziendali, dopo che rigide disposizioni anti-Covid-19 hanno bandito ufficialmente l’utilizzo di cucchiai, forchette e coltelli in metallo.
Imbustati (come il pane) in confezioni monouso da prelevarsi personalmente in appositi contenitori durante la fila a debita distanza per il pasto in mensa, le posate di plastica (poi destinate allo smaltimento) rischiano di decretare l’interruzione se non la fine del servizio ristorativo a causa del loro estremo problema di reperimento.
A far suonare l’allarme sulla specifica circostanza, a torto ritenuta secondaria, è una “comunicazione difficoltà di approvvigionamento” girata da un’azienda fornitrice alla società che gestisce la somministrazione di pasti nelle mense delle Ferrovie dello Stato Italiane anche di Verona e Vicenza. Per la precisione, nelle mense aziendali Trenitalia dell’Impianto manutenzione rotabili di Santa Lucia, dell’Officina manutenzione ciclica locomotori di Porta Vescovo e dell’Officina manutenzione ciclica Etr (elettotreno) di Vicenza.
I toni dell’informativa destano apprensione tra gli addetti ai lavori: “Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da importanti difficoltà di approvvigionamento dei prodotti monouso sia in plastica che in polpa di cellulosa. Nonostante gli sforzi di approvvigionamento, pianificazione ed investimenti, la scarsità di materie prime ha impattato pesantemente tutti i produttori, causando un aumento importante di tutti i prezzi e una mancanza di rispetto delle consegne, sia in termini di tempistiche che di quantità prodotti”.
E prosegue: “La situazione è molto critica su tutte le materie prime e coinvolge sia la plastica, l’alluminio, che la carta per gli imballaggi, sia la polpa di cellulosa per lo più d’importazione. La Cina sta vivendo una seconda ondata di Covid con relativo lockdown nell’area di Xiamen e questo sta portando nuovi ritardi nelle spedizioni e nella produzione stessa. Faremo del nostro meglio per contenere al massimo la criticità, ricercando fonti di approvvigionamento alternative e proponendovi prodotti idonei alle vostre esigenze, previa vostra approvazione”.
Se persisteranno il divieto dell’utilizzo di posateria in metallo e la crisi della fornitura di monouso in plastica, come faranno a mangiare ferrovieri ed altri utenti delle mense? Con le mani? O con le bacchette, come nella discussa Cina?
Claudio Beccalossi