Un’insidiosa curva a gomito limitata da una derivazione secondaria e da un muro di cemento. E, oltre a questa situazione a rischio continuo, nell’ambito imperversano pure imbrattasuperfici che hanno infierito perfino con i “contributi” graffitari (di ben diversa valenza) firmati dallo street artist Pier Paolo Spinazzè, per tutti Cibo.









È successo (e succede) in via della Stazione, arteria di collegamento tra Ca’ di David e la rotatoria tra le vie Vigasio e Scuderlando e che lambisce, sulla destra, la vecchia struttura dell’ex stazione ferroviaria, appunto, di Ca’ di David, sulla linea Verona-Bologna. La via, infatti, scorre anche nello stretto ed altrettanto traditore (per la doppia curva) sottopasso del tragitto su rotaia, costituendo una sorta di subdolo gioco a risiko per la circolazione.
Oltre alla volgarità ed al cattivo gusto espressi dagli inquinatori murali, ciò che irrita è il fatto che abbiano coinvolto, nel loro delirio a… mano “armata” di bomboletta spray, perfino il ricordo della vittima d’un incidente avvenuto proprio lì, addosso al robusto muro.
Il tragico fatto è successo il 13 settembre 2019. L’auto proveniente da Ca’ di David e guidata da Matteo Dusi, 47 anni, originario di Engazzà di Salizzole ma abitante a San Vito di Cerea, forse per un malore occorso, non ha deviato alla curva andando dritto senza nemmeno rallentare o frenare e schiantandosi violentemente sulla parete di cemento, morendo sul colpo.
Il dolore della moglie Marika e delle figlie Isabella e Maria Vittoria (oltre a quello delle altre due figlie, Giulia e Giorgia, avute nel precedente matrimonio) è ancora rappreso in quell’angolo di memoria vilipesa dov’è stata collocata la foto d’un sorridente Matteo, appassionato di golf.


Servizio e foto di
Claudio Beccalossi