Si tratta della sopraelevata intitolata a Giorgio Zanotto, ex sindaco di Verona tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso – Barriere jersey e recinzioni mobili ne vietano drasticamente il passaggio – Un blocco alla connessione con il casello di Verona Nord dell’A22 (Autostrada del Brennero) e con la SS (strada statale) 12 – Perché?
La propaggine a sud-ovest della città (quella che, lasciata alle spalle la periferica Santa Lucia Extra, da via Sommacampagna gira a destra in viale Gerhard Richard Gumpert) che arriva (e si blocca) ai terminali ferroviari presso cui fa la spola una miriade di Tir (acronimo di Transports Internationaux Routiers, Trasporti internazionali su strada), nasconde una strana anomalia, nonostante appaia tirata a lucido, cioè ben asfaltata e con fresca segnaletica orizzontale.
Il proseguimento che supera la selva di binari e la strada regionale 62 verso via Cason è interrotto ai due imbocchi della sopraelevata, per l’esattezza il “viadotto Giorgio Zanotto”, da barriere jersey e da recinzioni mobili da cantiere. L’improvviso e drastico off limits impedisce d’usufruire del comodo collegamento in direzione anche del casello di Verona Nord dell’autostrada A22 (del Brennero) e della strada statale 12.
La scritta di dedica appare quasi stonata rispetto all’effettiva praticità del contesto: “Consorzio ZAI / Interporto Quadrante Europa / Viadotto Giorgio Zanotto / L=ml. 140 / Illustre veronese e Presidente ZAI / 1963-1971”.
Giorgio Zanotto (19 dicembre 1920 – 24 ottobre 1999) è stato insegnante di Ragioneria e Tecnica bancaria all’Istituto tecnico “Anton Maria Lorgna” scaligero, politico ed economista, dapprima consigliere e poi assessore comunale alle Finanze (nel 1954), sindaco di Verona (dal 1956 al 1965) e presidente della Provincia dal 1971 al 1975. Tra le varie cariche rivestite, fu presidente della Banca Mutua Popolare di Verona (dal 1978 in poi, dopo esserne stato vicepresidente dal 1974).
Assunse pure incarichi di vicepresidente del Credito Bergamasco, consigliere e componente del Comitato esecutivo dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e dell’Associazione nazionale delle banche popolari, nonché vicepresidente dell’Istituto centrale banche popolari italiane e (dal 1986 al 1996) vicepresidente del Banco Ambrosiano Veneto. Ebbe importanti ruoli anche nella Società Cattolica di Assicurazione: sindaco supplente nel 1951, sindaco effettivo nel 1957, consigliere d’amministrazione e componente del Comitato esecutivo e vicepresidente dal 1961 al 1995.
Per questo risulta mortificante (sia per la convenienza di connessione stradale che per la memoria dell’insigne personaggio) quel blocco al viadotto d’ambo le direzioni che persiste da tempo senza “note a margine” ufficiali. Un’arteria con divieti d’accesso, barriere jersey, recinzioni mobili, abbondanza di reticolati e filo spinato che delimitano aree accanto quasi fossero frontiere di Stato, in un contesto che fa pensare ad un viadotto già… baby pensionato…
Claudio Beccalossi