Sono vittime di vandali imbrattatori i giardini tra le vie Torretta e Pontida, nella zona di San Zeno, dedicati alla memoria di Emilio Lo Cicero (“Generale di Corpo d’Armata, Medaglia d’Oro al Valor Militare, 1920 – 1977”), inaugurati l’11 dicembre 2014 alla presenza degli allora assessore al Decentramento, Antonio Lella e presidente della Prima Circoscrizione, Daniela Drudi, della figlia dell’illustre ufficiale, Patrizia (residente in città) e di altri esponenti delle istituzioni civili e militari veronesi.
I “pirati dello spray” si sfogano non solo sulle panchine di marmo dell’area verde ma pure su mura ed edifici accanto, deturpando con sadica efficacia un suggestivo tratto affacciato all’ex Caserma “Alberto Riva di Villasanta” che fu sede dei bersaglieri.
Emilio Lo Cicero, nato a Brescia il 13 febbraio 1920, già da studente, il 28 marzo 1939, ebbe un riconoscimento ufficiale per aver salvato alcune persone dall’annegamento nel fiume Isonzo. Uscito dalla Regia Accademia Militare di Modena, venne assegnato col grado di sottotenente all’8° Reggimento Bersaglieri. Partecipò alla Campagna d’Africa guadagnandosi, oltre a decorazioni bronzee, una Medaglia d’Argento al valor militare e la Croce di Ferro di Seconda Classe attribuita “sul campo”, quest’ultima, dal generale tedesco Erwin Rommel in persona. Ferito ad una gamba a Tobruch, venne fatto prigioniero dagli inglesi e deportato per ben 5 anni nel campo di concentramento di Bophal, in India.
Dopo il rimpatrio gli furono assegnati vari incarichi rilevanti tra i quali quello di Capo Ufficio Operazioni della FTASE (Forze Terrestri Alleate Sud Europa) presso il Comando NATO di Palazzo “Carli”, a Verona. Venne scelto per frequentare un corso superiore presso l’Accademia di Fort Leavenworth (in Kansas, Usa) risultando il migliore tra gli ufficiali stranieri. La carriera di Lo Cicero toccò il vertice con l’assegnazione del compito di Vice Capo di Stato Maggiore presso lo SHAPE (Supreme Headquarters Allied Powers Europe, Quartier Generale della NATO) di Mons, in Belgio, operando a stretto contatto con il Comandante in Capo, il Generale di Corpo d’Armata Alexander Haig.
Colpito da un ictus, il più giovane Generale di Corpo d’Armata d’Italia morì appunto a Mons il 20 giugno 1977 e la sua salma rientrò in Patria su un aereo di Stato che atterrò all’aeroporto di Verona-Villafranca. Al funerale solenne, celebrato anche nel capoluogo scaligero, il suo feretro venne deposto sull’affusto di cannone già utilizzato, nel 1938, per le esequie di Gabriele D’Annunzio. Emilio Lo Cicero riposa accanto alla moglie, Ippolita Ponzoni (deceduta l’8 gennaio 1988) nel Cimitero monumentale cittadino.
La lodevole intenzione di ricordare con targa e giardino una figura storica come Lo Cicero, purtroppo, oggi deve vedersela con “grafomani da bomboletta” che hanno trasformato il luogo in uno sfoggio dell’inciviltà. Servirebbe una ripulitura ed il posizionamento (a mali estremi, estremi rimedi…) d’almeno un paio di videocamere di sorveglianza con avviso della loro presenza che funzioni anche come deterrente.
Claudio Beccalossi