È pressoché impossibile che qualcuno, cittadino o forestiero, non si sia domandato perché persista quella spartana costruzione chiusa da tempo in piazzale XXV Aprile, quasi davanti al complesso della stazione ferroviaria di Porta Nuova, a ridosso del canale Camuzzoni e sul percorso a piedi obbligato (“protetto” da strisce pedonali) di quanti, locali o turisti, decidano d’avviarsi verso il centro città.
Si tratta d’un ex chiosco ristorativo che resiste per ignoti motivi ed ancor più oscure tolleranze, costituendo una sorta di “macchia della vergogna” dell’assetto del piazzale che dovrebbe costituire, nel complesso e non solo a… macchia di leopardo, l’anticamera del “benvenuto” e dell’“arrivederci” a Verona.
Visibilmente abbandonato e vittima di pessimi writers, il fabbricato, nonostante tutto ancora in buone condizioni, deve avere, per forza di cose, un proprietario od un responsabile che non può girarsi dall’altra parte riguardo al degrado ed alla sporcizia che vi gravitano e che reclamano l’urgenza di un’opera di bonifica.
La soluzione più ovvia sarebbe quella d’eliminare la “sacca di negligenza”, radendola letteralmente al suolo. O, se proprio non è possibile, di riadattarla, dopo gli opportuni ripristini/rifacimenti, in un “contenitore” di tipo informativo-promozionale per la città.
Le condizioni della casupola, inutilizzata e pugno nell’occhio all’abituato ed al neofita, sbraitano un’alternativa consona in tempi brevi. Senza lavative lungaggini od indolenti scaricabarile…
Claudio Beccalossi