Se tutto corrisponde al vero (e non ci sono motivi per dubitarne), si tratterebbe d’un episodio dai risvolti preoccupanti quello trasmesso a “Il Giornale dei Veronesi” da Guglielmo Saerri.
«Mio fratello, studente dell’Università di Verona – scrive il lettore – è stato aggredito e derubato da un gruppo di cinque ragazzi magrebini stazionanti di fronte ad uno stabile in via Gramsci 20, in Borgo Milano. Questi soggetti, sulla ventina d’anni in media, gli hanno offerto d’acquistare dell’hashish e, al suo rifiuto, gli hanno sottratto il monopattino elettrico, lo zaino e gli auricolari. È poi riuscito fortunosamente a recuperare solo lo zaino ma, vistosi in minoranza numerica, è stato costretto a fuggire. Ha comunque visto uno di questi scappare a sua volta, aprendo con le chiavi il cancello d’accesso al condominio in via Gramsci 20 dove si presume abiti. Ovviamente, mio fratello ha sporto debita denuncia in questura. Ho voluto riferire l’episodio d’insicurezza nella zona, confidando in verità e giustizia».

Senza voler fare assolutamente “concorrenza” alle forze dell’ordine preposte, “Il Giornale dei Veronesi” ha voluto effettuare un sopralluogo in via Gramsci per appurare eventuali, ulteriori elementi informativi. Ma i campanelli esterni al n. 20 della via (Saerri, infatti, ha riferito che uno dei malviventi era entrato con le chiavi, ergo avrebbe dovuto abitare in quell’edificio o poterne usufuire) non riportano alcun nominativo di proprietari od inquilini magrebini od arabi in genere. Figura solo un presunto cingalese. E così pure in tutta via Gramsci non sono rintracciabili identità di residenti magrebini e/o arabi.
Non hanno nemmeno trovato riscontro le ipotesi di presenze “strane” (spacciatori, sfaccendati ecc.) o di “tracce” di consumo di sostanze tossiche. Semmai, evidenze dei soliti vandalismi ai danni di cassonetti delle immondizie e di murales di dubbio gusto su muri esterni.
La testimonianza su aggressione e furto patiti, in ogni caso, suscita allarme ed invita alla prudenza…
Claudio Beccalossi