Spesso non ci accorgiamo di quanto questa realtà storica e sociale attuale incida sui nostri bambini o i nostri ragazzi. Viviamo tutto con un elevato tasso di stress, paranoia spesso, ansia generale per le varie limitazioni imposte, per l’ incubo di perdere il lavoro o che un nuovo decreto ci cali addosso come una mannaia limitando o cancellando del tutto la nostra sete di contatti, il nostro bisogno reale di libertà. Ma ci chiediamo poche volte quanto questo abbia effetto sui nostri figli. È necessario decentrarsi e cambiare la nostra prospettiva, aumentare la nostra empatia perché al di la di noi ci sono i bambini. Bambini che sono adattabili, più di noi, forti molto più di noi adulti. Ma che soffrono. E stanno soffrendo per questa realtà alterata e mutilata da troppi mesi. Come noi adulti hanno vissuto l’ isolamento due mesi, come noi dopo hanno respirato la ventata di libertà d’ estate per ora tornare a scuola e alla quotidianità che però non è come la ricordano. Chi è già un po’ cresciuto, alle elementari per esempio, si rende già perfettamente conto che ha conosciuto una realtà scolastica e sociale totalmente differente da quella in cui è costretto a muoversi adesso. Ora c’è la costante paura di avvicinarsi troppo a qualcuno, ora c’è il divieto di fare feste… Di compleanno, gite scolastiche, scambiarsi merende e materiali, ora c’è la paura Dell ‘ altro perché può infettarci, può essere un “malato” da cui tenersi distanti. Questa cosa per un bambino ha conseguenze molto gravi. Perché la scuola è soprattutto condivisione e socialità scambio e interazione. Non è distanziamento, non poter giocare all’ intervallo, non festeggiare nulla, non poter abbracciare compagni e insegnati. E quelli che naturalmente ne soffrono maggiormente di tutto questo sono i bambini con già delle difficoltà personali, con qualche DSA, ancora di più bambini con disturbo ADHD o disagi più o meno rilevanti. Per questi bambini ancora più di altri il contatto con altri compagni e insegnanti è fondamentale a livello psicofisico. I bambini sono forti, si adattano… Accettano le regole spesso molto più di noi, sanno la realtà e fanno come possono, meglio che possono, spesso riuscendoci. Ma non è giusto sia così. Non è giusta tutta questa adattabilità, tutto questo “dover per forza esser forti”. Fuori da scuola all’ aperto la situazione è la medesima almeno c’è però la libertà di movimento, si può correre, andare in bicicletta, prendere un gelato o una merenda al bar, stare anche se tutti attenti e mascherati con gli amici. Con chi si vuole. Almeno per ora. Ma c’è comunque quest’ aura di paura, le persone stanno sempre attente, sono restie a trovarsi, a stare vicini. E questo il bambino lo avverte chiaramente in modo profondo. I nostri figli sono quelli che più han sofferto per questa pandemia, per questa situazione globale che viviamo oggi. E devono esser per questo tutelati, protetti.. Perché essi rappresentano il nostro futuro, quello che un giorno noi “grandi” lasceremo in questo mondo. Loro sono la chiave del cambiamento. La nostra pagina bianca, la nostra speranza.
Alessandra Cordioli