Nonostante le relative piogge dei giorni scorsi, lo scarso livello d’acqua del fiume Adige consente ancora di curiosare meglio tra le sponde (pietrose, ghiaiose o sabbiose in secca), soprattutto quelle che interessano i ponti.
Quindi, andando a ficcare il naso sotto il ponte della Ferrovia (ex ponte Francesco Giuseppe I d’Austria/Franz Joseph I von Österreich, inaugurato il 30 novembre 1852), nella fattispecie il lato nei pressi della località Boschetto (sede del Nuovo Circolo Ippico Scaligero, raggiungibile da lungadige Galtarossa), è possibile constatare un accumulo di tronchi e legni trasportati da chissà dove a monte ed arenatisi tra massi di riporto e terreno.
L’occhio può indugiare anche sulle monotone scritte deturpanti sull’arcata opera dei soliti imbrattamuri.
La quantità dei “reperti” lignei fluviali è abbondante e farebbe gola a raccoglitori di legna per usi domestici o ad artigiani intagliatori. L’ammassamento di materiale detritico, però, rischia di compromettere l’equilibrio ambientale delle rive, con agglomerati naturali che trattengono anche altri elementi portati dall’acqua (rifiuti di scarto in genere) ristagnando, marcendo, comunque inquinando e coprendo (letteralmente) superfici di vegetazione spontanea.
Sarebbe urgente, di conseguenza, procedere ad una raccolta della legna in esubero ed al suo eventuale riciclaggio (tramite preposti istituzionali e/o volontari della salvaguardia ecologica) per poi monitorare la ripetitività del fenomeno. Niente di trascendentale: semplice pulizia dell’argine del ponte della Ferrovia perché non venga intasato da quanto porta da nord la corrente dell’Adige…
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi