Al culmine di un litigio con la moglie, ha afferrato un grosso coltello da cucina, l’ha rincorsa e l’ha colpita più volte.
La donna, trasportata d’urgenza dal padre al pronto soccorso di Borgo Trento, è ancora ricoverata in prognosi riservata a causa delle gravi ferite riportate. L’uomo è stato invece arrestato dagli agenti delle Volanti della Questura di Verona per tentato omicidio aggravato e si trova presso il carcere di Montorio.
È accaduto mercoledì sera, poco dopo le 23, in un appartamento posto al primo piano di un condominio di via Marsala, in Valdonega.
Quando gli agenti sono giunti sul posto, a seguito della segnalazione pervenuta al 113 di una furiosa lite tra coniugi, sono stati fermati all’esterno dalla vittima – vistosamente ferita all’addome – e da suo padre che, dopo aver indicato ai poliziotti quanto era appena accaduto, sono andati con urgenza al pronto soccorso.
All’interno dell’abitazione, che presentava evidenti segni di lotta, i poliziotti hanno trovato il marito, un 43enne incensurato, sporco di sangue e con diverse lievi ferite da taglio. In cucina, i poliziotti hanno trovato anche l’arma utilizzata per aggredire la moglie: si tratta di un coltello da cucina, con una lama di 20 cm.
La dinamica
Secondo le prime ricostruzioni dei poliziotti, la lite tra i coniugi sarebbe iniziata nel corso della serata e sarebbe poi degenerata. Al culmine del litigio l’uomo avrebbe afferrato un coltello da cucina e avrebbe tentato di colpire il suocero, intervenuto per difendere la figlia, senza riuscirci. Durante la colluttazione tra i due uomini, la donna avrebbe tentato di fuggire scendendo le scale, ma sarebbe stata raggiunta dal marito e colpita con 5 fendenti.
Soltanto l’intervento del padre della vittima, che si è interposto tra la figlia e il marito, ha consentito alla donna di scappare. Approfittando di un momento di distrazione del 43enne, anche il suocero è riuscito ad allontanarsi e ad uscire all’esterno, dove nel frattempo erano giunti due equipaggi delle Volanti.
Sabato mattina si è svolta in carcere l’udienza di convalida, all’esito della quale il giudice ha convalidato l’arresto e disposto nei confronti del 43enne la misura della custodia cautelare in carcere.
Si precisa che la responsabilità penale dell’arrestato sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.