Forte preoccupazione per lo sviluppo strategico e artistico della Fondazione Arena di Verona, anche in vista della centesima edizione e delle future cerimonie olimpiche e paralimpiche previste in Arena per il 2026. E’ questa la motivazione alla base della mozione presentata dei consiglieri comunali di maggioranza durante il Consiglio comunale straordinario che si è tenuto nel pomeriggio/sera di oggi. Il documento, con primi firmatari Giacomo Piva (Damiano Tommasi Sindaco) è stato votato con 29 voti favorevoli e 1 astenuto (consigliere Zavarise). Una mozione in parte modificata nel corso della seduta, trovando così il sostegno anche dei gruppi consiliari di minoranza.
Il sindaco Damiano Tommasi ha evidenziato le criticità oggi presenti in Fondazione e l’assenza di fiducia per quanto concerne la gestione e le scelte portate avanti dalla Sovrintendente Gasdia senza confronto con il Comune .
La seduta era stata sollecitata alla Presidenza del Consiglio comunale dalle segreterie territoriali Cgil Sic, Cisl Fistel, Uilcom Uil, Fials Cisal in ragione della grande apprensione espressa per il clima venutosi a creare in città all’indomani del rinnovo della carica a sovrintendente di Fondazione Arena di Verona di Cecilia Gasdia, nomina avvenuta senza l’unanimità e con il mancato accordo del socio Comune di Verona e del Presidente della stessa Fondazione.
Riguardo alla questione, nella mozione si legge come i consiglieri di maggioranza “impegnano il Presidente del Consiglio a riconvocare una seduta alla presenza della Sovrintendente Gasdia, e impegnano il Sindaco, in qualità di presidente della Fondazione Arena di Verona, a richiedere alla Sovrintendente la pianta organica e un’accurata relazione dell’organizzazione del lavoro e del reclutamento e gestione del personale, con particolare attenzione alle graduatorie, alla sicurezza e alla qualità artistica. Inoltre, una relazione sulle strategie gestionali sotto il profilo competitivo ed economico finanziario; una relazione sulle azioni intraprese internamente in seguito all’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e le sovrafatturazioni; una relazione sui rapporti internazionali di Fondazione Arena di Verona, compresi ingaggi da parte di altri teatri ed enti dediti alla programmazione lirica o sinfonica, tournée e collaborazioni; la programmazione completa di tutti gli eventi extra-lirica previsti per l’anno 2023. Ancora, un rendiconto dettagliato degli introiti, per l’anno 2022, derivati dal canone di concessione dell’Anfiteatro per attiva extralirica, compresi eventuali diritti per la realizzazione di materiali audiovisivi a fini di utilizzo televisivo/streaming e/o a fini promopubblicitari e/o per altri sfruttamenti”.
Il documento è stato inoltre sottoscritto dai consiglieri dei Gruppi Damiano Tommasi Sindaco: Giuseppe Rea, Paola Poli, Veronica Atitsogbe, Chiara Stella, Annamaria Molino. Pd: Alessia Rotta, Alberto Falezza, Francesco Casella, Michele Bresaola, Carla Agnoli. Traguardi: Pietro Trincanato, Beatrice Verzè, Giacomo Cona. In Comune per Verona: Jessica Cugini.
“Ringrazio per la presenza le organizzazioni sindacali che hanno richiesto questa convocazione, e i firmatari della mozione – ha detto il sindaco Damiano Tommasi –. Dispiace che non possa essere presente la Sovrintendente, ma credo che ci potrà essere altra occasione per un confronto che sappiamo tutti essere molto sentito rispetto all’ente di cui si parla e di cui il sindaco è presidente per legge.
Avevamo già espresso i nostri dubbi e le nostre perplessità sull’esito della nomina della Sovrintendente. Così non è stato e sulla riconferma sono emerse perplessità che come ci hanno detto i sindacati condividono.
Nelle settimane successive ho iniziato in maniera diretta e indiretta un dialogo con la Sovrintendente, su richiesta della stessa, per la condivisione della programmazione del calendario 2024. Un’apertura che mi ha sorpreso, visto l’atteggiamento portato avanti fino ad ora.
La cosa che sicuramente non mi fa essere ottimista sui rapporti futuri è che nulla è stato detto a me nei confronti delle nomine della partecipata Arena Srl, di cui siamo venuti a conoscenza tardi, visto che erano state fatte lunedì 6 marzo, quindi una settimana prima del nostro incontro. La dice lunga sulla gestione di questa istituzione cittadina, che non riguarda la mia persona, ma la nostra città.
Non c’è un rapporto di fiducia personale. Mi dispiace perché anche l’Extra Lirica era una scelta strategica da condividere. Oggi manca perciò qualsiasi base di condivisione sui presupposti di onestà intellettuale e franchezza sul futuro.
Il CdI è stato esautorato nella scelta dei vertici di Arena Srl così come sulle scelte future, sul direttore generale e direttore artistico.
Il dialogo è particolarmente complicato. Credo sia emblematica l’assenza di persone di ruoli come il vice presidente della Fondazione, il presidente della Camera di Commercio, l’amministratore della Società Cattolica Assicurazioni, il rappresentante del Ministero e il rappresentante della Regione, o meglio i due nominativi indicati dagli enti istituzioni pubbliche.
Ci incontreremo, da parte nostra la volontà è di essere responsabili. A breve sarà convocato un altro CdI. Preoccupa il silenzio di una parte della città che probabilmente non vede in questo nulla di grave, non vede i rischi che si stanno correndo creando un precedente pericoloso. Quello di una Fondazione gestita al di là della volontà politica dell’Amministrazione, al di là della volontà politica dello statuto, che prevede che il sindaco della città ne sia il presidente, dando da una parte un ruolo, dall’altra una responsabilità di indirizzo di presidio di un ente che oggi dobbiamo probabilmente tutelare in altro modo che non sia col dialogo.
Credo che la Fondazione abbia tutti i mezzi e gli strumenti per dare a questa città quello che si aspetta”.
Nella mozione viene evidenziato come, Fondazione Arena di Verona è una delle più importanti istituzioni culturali della città, la cui attività artistica ha profonde e incisive ricadute sul tessuto culturale, artistico, economico e sociale tali da rendere il Festival areniano uno dei simboli stessi di Verona in tutto il mondo.
Nell’estate 2023 si svolgerà la Centesima edizione del Festival lirico, che costituirà un’occasione di straordinaria visibilità per Fondazione Arena di Verona e per la città tutta. Inoltre, l’attività di Fondazione Arena di Verona non si esaurisce nel Festival estivo, ma si sviluppa per tutta la durata dell’anno presso il teatro Filarmonico, contribuendo con la programmazione lirica e sinfonica alla vita culturale della città.
Situazione lavoratori evidenziata nel documento. In Fondazione Arena di Verona da anni permangono forti tensioni culminate con lo sciopero unitario del 15 luglio 2021. Le lavoratrici e i lavoratori da anni denunciano senza risposta un’organizzazione inefficiente della programmazione del lavoro che si ripercuote sulla qualità artistica, a causa di tempi di prova e preparazione degli spettacoli insufficienti, in ragione di una inefficiente gestione del calendario e della sempre più difficile convivenza tra programmazione lirica ed extra lirica.
L’ultimo bando per la selezione pubblica degli artisti del coro non prevedeva il vincolo, per Fondazione Arena di Verona, di attingere alle graduatorie esistenti; il reclutamento artistico avverrebbe facendo ricorso principalmente a un’agenzia di management lirico, sollevando legittimi dubbi di trasparenza.
Sulla Fondazione gravano circa 150 cause di lavoro (per le quali è stato accantonato un fondo di 11 milioni di euro).
Ancora, l’organico tecnico lamenta una progressiva riduzione di personale, a fronte di un carico di lavoro sempre più imponente, con crescenti rischi per la sicurezza e per la qualità delle messe in scena. E’ in corso un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, che indaga sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste e le sovrafatturazioni milionarie emesse per anni a danno della Fondazione Arena di Verona, senza che la sovrintendenza abbia resi noti i provvedimenti intrapresi a tutela dell’ente sul mancato controllo dei conti, sugli appalti e sui rapporti con i fornitori.
Sintesi del dibattito.
Alberto Falezza (Pd): “Spiace molto non sia presente la Sovrintendente Gasdia. Comprendiamo e condividiamo la preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori, e per questo insieme con i colleghi degli altri gruppi consiliari di maggioranza abbiamo firmato la mozione oggi in discussione, con cui chiediamo al Sindaco di avere dalla sovrintendenza documenti e relazioni su punti specifici che riteniamo fondamentale monitorare e attenzionare per il bene dell’attività di Fondazione”.
Jessica Cugini (Comune per Verona): “Chiediamo alla Sovrintendente una chiarezza che negli anni è sempre venuta a mancare sulle graduatorie, sulle chiamate al lavoro, sulle recenti indagini e sulle sovrafatturazioni milionarie. Ma anche sui costi umani, delle maestranze avvilite per non poter avere un numero di prove sufficienti, o imbarazzate per dover seguire una conduzione e una esibizione del tenore afono Domingo. Di chi è obbligato a turni massacranti, durante spostamenti delle mastodontiche scenografie in una città prima in Veneto per numero dei morti sul lavoro”.
Pietro Trincanato (Traguardi): “Siamo preoccupati per la situazione di Fondazione Arena di Verona: per ciò che è accaduto nelle ultime settimane, che ha determinato il generarsi di una profonda sfiducia di Sindaco e Amministrazione nei confronti dei vertici di Fondazione, rinnovati senza accordo né condivisione, ma soprattutto preoccupati per le condizioni in cui versa Fondazione Arena di Verona, al minimo storico nelle relazioni fra lavoratori e lavoratrici e Sovrintendenza. L’assenza di programmazione per il prossimo quinquennio, la totale carenza di qualsiasi affaccio internazionale, la scarsa condivisione sulle modalità con cui verrà messa in scena la complessa stagione 2023, le opacità nella gestione amministrativa e nelle assunzioni sono solo alcune delle criticità che giustificano il nostro appello al Sindaco”.
Alessia Rotta (Pd): “Grave assenza della Gasdia, chiamata a dare risposte. Dobbiamo dei chiarimenti ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno pagato un caro prezzo in questi anni e non possono sopportare ulteriori criticità gestionali e organizzativi. Lo dobbiamo alla città e al suo buon nome. Non ci rassegniamo ad una gestione opaca e padronale, dove vi sono sospette infiltrazioni mafiose e scelte gravemente penalizzanti sulla qualità del lavoro dei dipendenti della Fondazione e sui risultati artistici della stessa. Abbiamo cura dei beni di cui sismo custodi, non così chi nega l’accesso agli atti al suo socio primo”.
Alberto Battaggia (Damiano Tommasi Sindaco): “La storia è quella di un ente che sopravvive grazie al 50 per cento di sovvenzioni in buona parte pubbliche. I sovrintendenti di Fondazione Arena non sono imprenditori, non stanno sul mercato, si barcamenano giocando sulle tariffe e i compensi agli artisti. Abbiamo invitato il Sindaco e la Giunta a riflettere su cosa sia diventata Arena di Verona srl, quale ruolo abbia aziendalmente, quale ruolo abbia rispetto alla lirica. Abbiamo cioè segnalato al Sindaco e alla Giunta che ormai Fondazione Arena è diventata un gigante dai piedi d’argilla da analizzare e forse da rimodellare”.
Federico Sboarina (Battiti per Verona): “Stupidamente ero convinto che nella fretta di convocare questo consiglio ci si era premuniti di invitare le persone che vi dovevano partecipare. Perché questa sera non solo manca la Gasdia ma anche gli altri membri del Consiglio di indirizzo hanno avuto difficoltà. Se il confronto e il dialogo sono seri possiamo procedere, altrimenti non si possono mandare gli inviti il lunedì sera per il giovedì e poi dire che le persone non sono venute. Quella presentata questa sera è una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco”.
Alberto Bozza (FI): “Questa mozione, per come è stata formulata non sposta nulla, perché il Sindaco è già oggi nella condizione di chiedere la documentazione elencata. Se l’obiettivo era invece il confronto siamo d’accordo e apprezziamo la volontà di cambio di metodo. Ma non si può fare con questa tipologia di azioni, che nulla portano in più a quelli che sono i poteri di questa Amministrazione”.
Barbara Tosi (Lista Tosi): “Spiace che non ci sia la sovrintendente Gasdia, che avrebbe sicuramente chiarito la situazione di crisi con i lavoratori. Non c’è bisogno di divisioni e spiace che alcuni membri della maggioranza abbiano effettuato interventi distruttivi, che vanno nel senso contrario di quello che è il bene della città”.
Giacomo Cona (Traguardi): “Non si tratta ovviamente di una mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco, ma è un sostegno forte e simbolico all’Amministrazione perché i propri diritti e poteri siano rispettati. Ad oggi non c’è un dialogo con la Fondazione, per questo siamo stati costretti a questa mozione. Quando si è convocati a parlare davanti al principale organo democratico della città alla presenza dei rappresentati sindacali dei lavoratori qualsiasi altro impegno pregresso va cancellato”.
Patrizia Bisinella (Fare con Flavio Tosi): “Il tema si è troppo spostato sulla contrapposizione. Si dovrebbe portare avanti una diversa metodologia, con la presentazione di soluzioni che puntano a superare le criticità. Invece con questa mozione non è avvenuto. L’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di valorizzare al massimo la Fondazione”.
Ad inizio seduta sono intervenuti i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil Slc, Cisl Fistel, Uilcom Uil, Fials Cisal.
Mario Lumastro – Cgil Slc, Cisl Fistel, Uilcom Uil: “Molti dei presenti probabilmente non ricordano il bilancio consuntivo del 2014, che si chiuse con una perdita di oltre 6 milioni di euro. Lavoratrici e lavoratori di FAV invece quel bilancio se lo ricordano benissimo perché quel buco di bilancio, anzi è più corretto parlare di voragine, fu l’inizio di una lunga e sofferta serie di sacrifici a carico di tutti i dipendenti. A partire da quell’anno, nell’ordine si registrarono i seguenti accadimenti: il licenziamento del corpo di ballo. La riduzione dei contratti per il personale aggiunto (mediamente da 4 mesi a 3). La riduzione di circa il 20% del reddito del personale stabile. Cassa integrazione (FIS) per due mesi all’anno nel 2016, 2017 e 2018. L’ultimo lustro è stato il peggiore mai registrato in Fondazione Arena di Verona, non è un caso che a luglio 2021 si è registrato il primo, è finora unico sciopero unitario effettuato nel corso del festival in arena. Le difficoltà nelle relazioni sindacali erano state anche manifestate alla precedente giunta comunale, la quale ci aveva promesso importanti cambiamenti negli assetti dirigenziali. L’insofferenza dei dipendenti l’abbiamo manifestata anche al sindaco Tommasi nell’incontro del 12 settembre scorso, che ad oggi rimane l’unico momento di confronto ufficiale con noi. In quella sede abbiamo anche consegnato un documento nel quale abbiamo illustrato le forti criticità riscontrate nel festival 2022 e indicato alcuni suggerimenti per il 2023”.
Claudia Meneghelli – Fials: “E’ anzitutto necessario superare gli atteggiamenti di chiusura riscontrati verso i rappresentanti sindacali. Non va mai dimenticato che sia le masse artistiche sia tecniche sono la materia prima, il prodotto stesso che voi avete l’onore e l’onere di gestire e amministrare.
Va ripristinato un diverso clima di rapporti per un confronto efficace, utile, nel reciproco rispetto umano e professionale, aspetti spesso ignorati. Citiamo come esempio la richiesta sindacale di aumentare il numero di prove per la stagione estiva. E’ appunto con la qualità che si consolida la fidelizzazione del pubblico e si avvalora il prodotto e l’immagine dell’Arena di Verona.
Forti perplessità sono state espresse anche sui carichi di lavoro della prossima stagione. Crediamo che i lavoratori di questo Teatro meriterebbero ben altro, visto che ad ogni alzata di sipario si possono verificare sempre la loro professionalità in tutti gli ambiti lavorativi”.