La memoria d’una tragedia danneggiata prima e svilita ora, perfetto ritratto d’un ormai dimenticato retaggio di dolore.
In viale del Lavoro, in direzione del centro città, di fronte a Veronafiere e quasi all’incrocio con viale dell’Agricoltura, un albero al lato destro della strada conserva ancora fiori di plastica impolverati e stinti ed un consumato lumino alla sua base in ricordo d’un tragico episodio avvenuto attorno alle ore 2:00 della notte tra il 16 ed il 17 ottobre 2010.
Quando, cioè, un’auto Volkswagen Lupo con due romeni sui vent’anni a bordo, proveniente da viale Piave ed intenzionata a svoltare in viale dell’Agricoltura, venne centrata (andando poi a sbattere contro l’albero citato) da un’Alfa 155 dei carabinieri sulla stessa direttrice di marcia, sopraggiunta alle spalle a forte velocità e con lampeggiante acceso in seguito ad una richiesta operativa, pare per un furto in un appartamento.
Nel violento impatto perse la vita, poco dopo il trasporto all’ospedale di Borgo Trento, il giovane alla guida mentre l’amico nel sedile a fianco, ferito gravemente e sottoposto ad un intervento chirurgico, spirò a sua volta in seguito. Per un destino beffardo, nove anni prima morì a non molta distanza in un altro incidente stradale il padre del guidatore, all’uscita del sottopassaggio tra viale Piave e via Tombetta, in Borgo Roma.
Riguardo all’accaduto, il carabiniere al volante dell’auto di servizio fu iscritto formalmente nel registro degli indagati per l’ipotesi di omicidio colposo.
Parenti ed amici delle due vittime romene provvidero a portar fiori e messaggi presso l’albero sul quale cozzò drasticamente la Volkswagen Lupo.
Collocarono poi anche una lapide in ricordo addossata ad un muro che, poi, venne vandalizzata da qualche balordo, sostituita in qualche maniera, nuovamente divelta ed i cui resti, dopo qualche tempo, furono definitivamente tolti di mezzo.
Così come sparirono le foto dei due giovani dall’albero adornato di omaggi floreali. Cui prodest, se non alla bassa soddisfazione di chi ha commesso le bravate, da solo od in branco?
Adesso rimangono poche tracce del cordoglio ripetutamente oltraggiato e l’amara constatazione della mancanza di pietà e rispetto per i due periti in una disgrazia assurda…
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi