Siamo cresciuti con la convinzione che tutte le regole vanno sempre e comunque rispettate. Le regole ci hanno detto sono essenziali per aver una vita che proceda nel modo giusto, per aver ordine, organizzazione, efficienza e rispetto degli altri. Siamo cresciuti con questo principio da quando siamo su questa terra e le nostre famiglie ce l’ han così tanto ripetuto che ormai è diventata una cosa innata in noi, inconscia che emerge anche quando non vogliamo magari, spesso in modo automatico.Ma chi le ha mai fatte queste benedette regole? Ci sono regole che sono nate con l’ uomo, per la sopravvivenza e per riuscire a vivere insieme agli altri o ai nostri cari, indispensabili per aver armonia e serenità. Queste regole sono figlie della logica e il buon senso, della “morale” o della nostra coscienza elaborate in millenni di civiltà vissuti gli uni al fianco degli altri. Rispetto reciproco, lealtà, perseguire il bene, la via “giusta”, seguire i grandi ideali, fare del proprio meglio, essere umili, non credersi superiori a nessuno e continuare a imparare, a migliorarsi. Aiutare chi è più bisognoso o in difficoltà rispetto a noi, dare e condividere con chi ha meno di noi, essere compassionevoli e generosi, non giudicare mai, guardare prima di tutto noi stessi senza giudicare l’ operato e le scelte di chi ci cammina vicino. Dare ogni volta che si può, ringraziare il cielo o la vita per tutto quello che abbiamo di buono e di prezioso, essere grati a coloro che ci sono vicini o che ci hanno aiutato nei momenti difficili e ricambiare il favore ogni volta che è possibile. Queste sono le regole dell’ uomo, quelle nate in millenni di umanità per riuscire a vivere insieme e progredire in quanto esseri umani. Ci sono poi delle regole che non sono né della logica né del buonsenso né frutto di esperienze passate e sperimentate nella storia della nostra civiltà. E sono le regole che stiamo ora vedendo ogni giorno nella nostra realtà caotica e disorganizzata che rasenta l’ assurdo. Sono le regole inventate un giorno a tavolino da chi ha la facoltà di imporre al popolo ciò che vuole. Le regole del non contatto, regole che scalciano via secoli di lavoro per diventare una comunità solidale, un popolo vero e unito contro le ingiustizie, regole che cancellano tutti i passi fatti per la riforma dell’ istruzione, della cultura e dell’arte e non meno e più importante della solidarietà.Queste nuove regole, che promuovono realtà sempre più virtuali, isolano le persone e incentivano a centrarsi solo su se stessi, alienando la persona, isolandola dai propri cari e da qualsiasi tipo di relazione costruttiva. Vengono viste come pericolose le relazioni, i contatti, gli abbracci, i ritrovi, le cene insieme… Prendendo a pretesto la salute perché è la cosa a cui tutti teniamo maggiormente. Quello è il punto debole dell’ uomo : la paura della malattia, della morte, di perdere chi amiamo. E facendo leva su questa paura ancestrale e atavica nell’ essere umano ci stanno allontanando gli uni dagli altri facendoci accettare una realtà di plastica, sterile, vuota come nuova normalità. E sono regole, regole che se non si rispettano portano a sanzioni anche molto severe, puntando, per farcele accettare, sul rispetto reciproco e la coscienza civile. Ma queste non sono regole umane. Non c’è nessuna umanità a crescere bambini e ragazzi isolati e alienati con la paura e l’ ansia della malattia e della morte o di essere untori. Non c’è nessuna umanità nel tenere i bambini isolati e vietare contatti e abbracci a scuola con insegnanti e compagni. Non c’è umanità nel nascondere i sorrisi dietro le maschere, che di regola bisogna ora portare ovunque sia nei luoghi al chiuso che all’ aperto, a meno che non si sia a metri di distanza gli uni dagli altri. Non c’è umanità nel non far vedere agli anziani i figli e i nipoti per un abbraccio, per un po’ di conforto.Non c’è umanità nel voler prendere a pretesto la salute per aver un popolo piegato dalla paura, che segue tutto questo perché sono regole, dettate da chi detiene il potere. Abbiate la forza e il coraggio di essere disubbidienti e dire “no” a tutta questa follia. Questo è uno dei momenti in cui si scrive la storia e in cui si può cambiarla in meglio… Queste non sono le nostre regole. Siamo nati liberi perché la libertà è una condizione naturale dell’ uomo che può da sempre esercitare il libero arbitrio e nella storia questo libero arbitrio se lo è saputo conquistare. Abbiate il coraggio di dire no. E di volare. In fondo… Vola solo chi osa farlo.
Alessandra Cordioli