Pesano i costi energetici. Martina (Fao): «L’Europa pensi all’autonomia strategica»
«In questa fase di incertezza le imprese agricole devono diversificare le produzioni e le imprese di trasformazione diversificare le fonti di approvvigionamento, perché la soluzione dell’acquisto di materie prime nel breve periodo può mettere in difficoltà le aziende. Serve maggiore trasparenza dei mercati e rafforzare le filiere nazionali, cogliendo questa fase di tensione dei prezzi per ipotizzare nuove soluzioni operative».
Sono queste le indicazioni che il prof. Angelo Frascarelli, presidente di Ismea ed economista agrario, consegna alla platea di Fieragricola di Verona (2-5marzo) per fronteggiare un 2022 all’insegna della volatilità, nell’ambito del convegno «I mercati agricoli nel 2022: previsioni, attese e strategie».
Il boom dei prezzi delle materie prime, su tutti cereali (mais passato da 170 a 287 €/tonnellata, grano duro da 280 a 522 €/ton, grano tenero da 186 a 307 €/ton, orzo da 159 a 295 €/ton) e semi oleosi (soia da 357 a 627 €/ton, farina di soia da 320 a 549 €/ton, farina di girasole da 161 a 281 €/ton) stanno mettendo sotto pressione le catene di approvvigionamento a livello mondiale, con la previsione per buona parte del 2022 che i listini si mantengano su livelli alti.