Batti e ribatti a Verona tra i due giornalisti de “La Verità”
La solita sala superiore del Liston 12, in piazza Bra, ha ospitato una sorta di consulto psicanalitico su pregi e difetti della Destra attuale (per niente celebrativa, anzi), S. E. & O. (salvo errori ed omissioni). Cicerone è stato il libro “Per una nuova Destra – Antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati della Sinistra” (Edizioni Piemme, Collana Saggi PM, 2021) di Daniele Capezzone (Roma, 8 settembre 1972), ex politico, giornalista de “La Verità”, saggista ed opinionista polemico più che mai in talk shows ed occasioni pubbliche di dibattito.
Dopo i convenevoli iniziali del sindaco Federico Sboarina, dell’on. Ciro Maschio (deputato e coordinatore provinciale del partito di Giorgia Meloni) e di Leonardo Frigo di Gioventù nazionale (Movimento giovanile di Fratellli d’Italia), Francesco Borgonovo, vice direttore de “La Verità” (fondato e diretto da Maurizio Belpietro), ha retto il timone dell’incontro con l’autore Capezzone, con premesse e spunti per le repliche del collega.




Borgonovo, davanti ad un pubblico alquanto di parte, s’è infilato a ragionare sulla nuova e vecchia Destra, con Capezzone convinto che «quando scrivi un libro quello resta lì. E sappiate che le mie parole sono pesate. Infatti, io chiamo la Destra, non il Centrodestra. Ho una proposta, espressa nel mio libro: le primarie. Farle in tutta Italia per affrontare i problemi. Imbarcando anche gli altri che condividano. Ci s’intende su 3-4 punti di governo, scongiurando la vera malattia: l’astensionismo di Destra. E prego di considerare anche il costo non farle».


Reddito di cittadinanza
«Questo “governo dei migliori”, fantastico, ha stanziato 80 miliardi per i redditi di cittadinanza. – ha criticato Capezzone – Fino al 2029. E se non arriva un’altra maggioranza parlamentare il rubinetto rimarrà aperto. Sono favorevole al sussidio di chi è in difficoltà ma perché no, invece, 80 miliardi di tagli di tasse? Perché la Destra od il Centrodestra non lo fanno? Perché questa sudditanza al M5S?».


I vincoli europei
«Se decidi un taglio di tasse ci sarà un lituano che dirà “no, non si può!”. Il vero giudizio sarà quello sulla vendita del titolo pubblico. Temi etici. Ti accordi prima, stabilisci che su una serie di punti debba esserci per forza una legge, non una legge in meno. Soluzioni si possono trovare per convivere. Quanto meno chiarisci prima, più ti esponi poi. Per questo servono le primarie. Il film che immagino? Il Centrodestra va avanti ma non sarà maggioranza».



Il libro di Capezzone
«Il libro di Capezzone dovrebbero leggerlo i vostri rappresentanti. – ha affermato Borgonovo, rivolgendosi direttamente ai presenti – Se ha venduto tanto (e questa è già una notizia, i libri di questo tipo si comprano molto in Italia) significa che c’è un pubblico interessato a sapere quali sono le idee di Daniele. Idee, del resto, già conosciute perché espresse sul giornale “La Verità” ed in televisione. C’è attenzione a leggere un libro che è denso, non è di un’influencer o, non so, il romanzo di Dario Franceschini (risatine del pubblico, n.d.a.). C’è poco da ridere perché questi comandano, signori. Comandano!».
Il caso di Khaled al-Asaad
«Oggi ho scritto un articolo su quanto succede a Torino. Fanno un premio in memoria di Khaled al-Asaad, il “custode di Palmira”, in Siria, l’archeologo decapitato il 18 agosto 2015 dallo Stato islamico. Ci pensa un assessore di Fratelli d’Italia, ci sono persone dell’area della Destra che organizzano, non ha nulla di politico nel senso dei partiti, semmai in senso alto. Naturalmente è successo un putiferio, attacchi, interrogazioni regionali. I giornali locali non ne parlano, i nazionali figurarsi. Questo è quello che succede regolarmente in Italia. Quando uno fa una bella iniziativa se non sta nel salottino giusto, nei posti giusti non se lo fila nessuno».
Come ottenere il cambiamento
«Allora come si fa ad invertire questa tendenza? – s’è chiesto e s’è risposto Borgonovo – Si fa con la preparazione, si fa col coraggio di metterci la faccia, si fa dibattendo anche delle cose che danno fastidio. Purtroppo, nonostante siano state vendute tante copie del libro di Capezzone, ho visto poco dibattito. Troppo poco, anche quando era il momento di farlo. Daniele ed io abbiamo idee su alcune cose all’opposto, non è un segreto. Però, siamo entrambi all’interno d’un giornale, di un’area politica, ci confrontiamo serenamente, troviamo delle sintesi. Questo bisogna fare se si vuole tenere insieme quello che può creare qualcosa di nuovo».
L’invidia e la sudditanza, due grandi problemi della Destra
«Un paio di questioni. La prima è questa. Sembra che ci sia, delle volte, un po’ d’invidia tra i leader, per cui si litiga, si cerca di farsi i dispetti l’un con l’altro, di mangiarsi il consenso l’un con l’altro. Quindi, oggi Giorgia Meloni è al top, anche nei miei giornali, le mie reti e la evitiamo. Domani Salvini è così e cosà ed allora “però…” e via dicendo. L’invidia.
La seconda: l’insicurezza, che si lega ad un’altra malattia contro la quale non esiste vaccino efficace, un po’ la sindrome di Stoccolma, la sudditanza psicologica. Cioè, noi abbiamo paura del nostro passato, delle nostre idee qualunque esse siano, non solo quelle, diciamo, post fasciste (fascista non è nessuno dato che il fascismo non c’è più da un po’ di tempo). Ma abbiamo paura delle idee liberali, anche molto liberali, abbiamo paura in generale. Dobbiamo avere l’accettazione de la Repubblica, l’accettazione di quel circolino, di quell’altro.
Questi due aspetti sono rovinosi perché, alla fine, producono il fatto che ognuno va per conto suo. Ed il leader (Daniele ha scritto un libro molto bello, quello precedente, che s’intitola “Likecrazia”), all’interno di questa macchina, un giorno è qui ed il giorno dopo scende perché, con quest’insieme di cose, non ti concretizzi mai. Invidia e sudditanza»



L’occupazione di qualsiasi settore da parte della Sinistra
Capezzone s’è concentrato sugli appigli di Borgonovo. «E’ così. Francesco è andato chirurgicamente al punto, Parliamoci chiaro. E’ inutile che stiamo qui a citare Gramsci. Noi conosciamo bene che la Sinistra è stata bravissima, lavorando per decenni in modo sistematico, ad occupare la giustizia, l’accademia, le case editrici, i giornali, ad occupare occupare. Diciamocelo francamente. C’erano due Italia, un’Italia che, pensando di fare cosa utile (e la faceva), si dedicava al lavoro, all’impresa, alla famiglia ecc. E c’è stata un’altra Italia (la loro) che s’è preoccupata degli spazi pubblici e, naturalmente, curvandoli da comunisti a se stessi ed al disprezzo degli altri, dell’altra mezza Italia dei padroncini, degli evasori ecc.».


La reazione di chi non è comunista
«Da questo lato, tutto ciò che non è comunista, come si reagisce? – ha continuato il giornalista de “La Verità” – Con la reazione del desiderio d’essere ammessi in società, costante atteggiamento di chi si sente esaminato (non si capisce da una commissione esaminatrice dotata di quali titoli morali e culturali). Oppure (c’è anche quest’altro rischio) con la frustrazione, per cui rischio d’estremizzare la mia posizione (anche per una reazione psicologica comprensibile) ma mi metto ancor più fuori gioco, facilito il lavoro a chi non aspetta altro. L’atteggiamento fra leader aggiunge il resto. Chiunque abbia superato i 13 anni d’età sa bene che la competizione è parte della vita, che a scuola c’è quello più forte di te nello sport, più bravo di te in quell’altra cosa, c’è l’amico che ti delude, quello che ti tradisce. Gli schiaffi nella vita li prendi a 13, 23 o 33 anni ma, se fai prevalere un po’ di ragion politica, non puoi rimanere prigioniero d’un risentimento, non puoi rimanere prigioniero d’un tuo inferiority complex. Devi inventarti un meccanismo nel quale le differenze si tramutino in una cosa positiva per tutti».
I lavori nelle commissioni Finanze di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia
Ha insistito Capezzone. «Conoscete i miei gusti, meno tasse ecc. Bene, bravo, grazie, sì… E sapete anche, essendomi occupato della questione, che sono piuttosto esigente. Però, se io prendo in questa legislatura il lavoro nelle commissioni Finanze di Camera e Senato dei deputati e senatori di Fratelli d’Italia, ma anche della Lega e di Forza Italia, quindi, di tre formazioni politiche che sono, in questo momento, diversissime tra loro (dai, non ci giriamo intorno, Fratelli d’Italia è una forza orgogliosamente d’opposizione, una, Forza Italia, è una forza che sta al governo e sembra quasi sempre contenta di ciò che fa il governo, l’altra, la Lega, sta al governo e sembra quasi sempre scontenta di ciò che fa il governo, è un rebus, no?), io lo trovo quasi sempre buono, a volte molto buono. Se ci penso, non riesco a dire “cavolo, qui, hanno fatto proprio una roba, un disastro…”».
Una parte di imprese e privati si sente abbandonata dal Centrodestra
«Però… Dov’è il però? – ha criticato Capezzone – Quasi mai, per i tre partiti, quella appare come la “battaglia della vita”. Dicono quasi sempre cose giuste, fanno spesso cose giuste, ma io ho l’impressione che una parte dell’Italia del privato si senta un po’ abbandonata. Diciamo che io sono una delle 8, 9, 10 milioni di piccole imprese, partite Iva e relativi dipendenti privati. Ammettiamolo: abbiamo preso un suppostone nel biennio pandemico mentre per noi niente (ma per gli statali od altre categorie…). Appena stava per finire la pandemia, zac! Le cartelle esattoriali che partono alla grande. Io ho un ristorante che è stato chiuso, mi arriva la cartella da 10mila euro. Non bastava la cartella? Adesso (preparatevi) arrivano due milioni e mezzo di letterine di compliance (quando parlano in inglese…), una letterina mafiosa che ti manda lo Stato per dirti “caro contribuente, ci risulta… dammi duemila euro e non avrai problemi…”. Su tutte queste cose la voce del Centrodestra è sufficientemente forte? A me pare di no».
Il rischio astensionismo degli elettori
«Ed io temo (le amministrative passate a Roma, Milano ecc. ce l’hanno detto, poi le candidature erano quelle che erano) che c’è anche un clima riguardo ad un pezzo d’elettorato, di lavoratori del privato, di autonomi, di partite Iva che vorrebbe sentire più alta la voce della loro squadra su questi temi.
Occhio! Perché basta che un pezzettino di quegli elettori (che, magari a torto, dice “la mia squadra non gioca abbastanza per me”) non va a votare a sinistra, però sta a casa. E sarà esattamente la differenza tra una vittoria ed un pareggio. Tra una vittoria ed un risultato ibrido, tra una vittoria ed un risultato non chiaro che riproporrà pure nella prossima legislatura il governo del vice preside che è quello che tanti desiderano».


Primarie e convivenza politica, le soluzioni all’astensionismo
«Come li mobiliti quelli di destra a rischio d’astensione? – ha ipotizzato Capezzone – Io ci ho pensato, se trovate un argomento migliore per mobilitarli, evviva, m’aggrego. Però, se non ne trovate uno migliore, questo (cioè, le primarie, n.d.a.) mi sembra quello più unificante, più vero, più sentito da tutti e su cui, diciamo, c’è anche meno rischio di litigare tra i tre partiti.
Seconda questione. La convivenza. Essendo per tutta la mia vita abituato a stare in minoranza mi pongo il tema di come essere utile da spirito libero minoritario. E lo dico proprio a voi, che siete più impegnati ad esempio sui temi etici ecc. Guardate che qualche liberale di passaggio v’è utile».

Servizio, foto e video di
Claudio Beccalossi