L’atteso big match tra Milan e Juventus si avvicina e a confrontarsi non saranno soltanto due squadre storiche del calcio italiano. A ritrovarsi uno di fronte all’altro saranno anche due dei tecnici più chiacchierati dell’ultimo decennio della Serie A. Pioli, oggi al timone rossonero, ha dovuto fare molta gavetta prima di approdare alla Lazio, ma da lì in avanti il mister parmense ha allenato solo in piazze importanti. Allegri, invece, ha dovuto attendere qualche anno in meno prima di poter sposare la causa di una grande squadra, guarda caso proprio il Milan, subito condotto alla vittoria dello scudetto. Da calciatori nessuno dei due riuscì a guadagnarsi la maglia azzurra, ma oggi le loro filosofie di gioco sono piuttosto differenti.
Il Milan di oggi cerca molto la costruzione dal basso e Tonali arretra spesso in queste circostanze, così da alimentare più facilmente la manovra. Quando il “Diavolo” attacca uno dei terzini (solitamente Theo Hernandez) ha licenza di sganciarsi, mentre se i rossoneri sono costretti a difendersi la spazzata diventa l’idea più immediata per sbrogliare la matassa. Avere un centravanti come Zlatan Ibrahimovic diventa fondamentale in questi casi, ma anche in assenza dello svedese il Milan ha saputo reggere botta e ottenere risultati importanti, che l’hanno proiettato tra le zone più prestigiose della classifica. Dopo la sua esperienza in bianconero Ibrahimovic ha segnato 2 gol alla Juventus, entrambi con la maglia del Milan. In vista del nuovo scontro diretto, uno come lui avrà sicuramente il dente avvelenato. Un’arma in più per Pioli, dunque.
Allegri, invece, intende il calcio in maniera meno sopraffina e come noto non è ossessionato dal bel gioco. In questo il mister livornese è molto diverso da un Sarri, per esempio. Ormai sono celebri le discussioni tattiche tra Allegri e Adani che hanno dato vita a delle vere e proprie liti in diretta tv. Allegri non esita ad adottare le soluzioni più banali pur di assicurarsi il risultato. Basta chiederlo a Cuadrado, trasformato praticamente in terzino. Senza Cristiano Ronaldo e con un Morata dalle polveri bagnate, la Juve attuale sente l’assenza di un centravanti di spicco e anche per questo motivo ha faticato nella prima metà di questa stagione.
Da qualche settimana a questa parte, però, i bianconeri sono in risalita e hanno tutte le carte in regola per rientrare in zona Champions. Persino elementi un tempo bistrattati come Rugani e De Sciglio stanno sfornando prestazioni considerevoli. Nella mente di Allegri sono comunque i centrocampisti ad avere le chiavi del gioco in mano, per mezzo di immancabili inserimenti. In questo senso, Locatelli ha preso il posto che era di Marchisio durante la prima era di Allegri alla Juventus.
Pioli non ha ancora messo in bacheca un trofeo con una prima squadra, limitandosi a qualche minore riconoscimento individuale. Il palmares di Allegri, invece, parla di numerosi successi sin dai tempi della Serie C, grazie al campionato e alla Supercoppa vinti col Sassuolo. Tra Milan e Juventus sono già 6 gli scudetti portati a casa e 3 le Supercoppe Italiane. La Coppa Italia, invece, è stata sollevata 4 volte, peraltro consecutive, esclusivamente con i bianconeri. Se ci aggiungiamo le due finali di Champions raggiunte nel 2015 e nel 2017, le 4 Panchine d’oro e i vari premi personali, appare evidente che Allegri ha tutte le stimmate necessarie per guidare una squadra dal valore internazionale. Vedremo se la sua Juventus saprà dimostrarlo di fronte alla corazzata di un Pioli in ascesa…