Eravamo stati buoni profeti lo scorso 22 aprile quando, con un pizzico di incoscienza, avevamo puntato tutto su Pogacar come unico nome per questo Giro d’Italia (ilgiornaledeiveronesi.it/attualita/spazio-sport/ciclismo/giro-ditalia-e-pogacar-lasciate-ogne-speranza-voi-chintrate/). Certo, non eguaglierà l’impresa di Gianni Bugno, in rosa dalla prima all’ultima tappa nel 90, ma rischia di avvicinarsi molto. Con la vittoria di Oropa Tadej ha chiaramente fatto vedere di essere il più forte. Uno dei pochi, al momento, in grado di sembrare competitivo per il podio appare l’eterno Geraint Thomas, già secondo lo scorso anno dietro a Roglic. A lui e agli altri avversari l’augurio di riuscire a ‘resistere’, come abbiamo titolato, alle sue sfuriate, sperando che lo sloveno possa avere un calo nella seconda parte della corsa.
Il britannico Geraint Thomas, 37enne, é uomo di esperienza. Cresce nella Sky di Chris Froome del quale fu, in più occasioni, punto di appoggio e non solo. Nel 2018, infatti, un po’ a sorpresa, spodestò il suo capitano e vinse il Tour de France. Sembrò lo sbocciare di un campione. In verità non riuscì più a replicare. Fu solo secondo l’anno successivo, dietro al compagno di squadra Bernal, e terzo nel 2022. Infine nel 2023, dato ormai per finito, riuscì a lottare sino all’ultima tappa nel tentativo di portare a Cardiff il ‘Trofeo Senza Fine’ (fu pure 8 giorni in rosa).
E nel 2024? Resisti Geraint!
di Matteo Peretti