Ancora la vittoria (senza avversari di civiltà) delle tre scimmie, “non vedo, non sento, non parlo”. Se la vista cade casualmente e distrattamente sulla casa nel totale abbandono a lato della trafficata via San Giacomo (direzione centro città) e nel passato residenza del comandante della Polizia stradale (di stanza nella vicina sede, oggi Commissariato sezionale di Polizia “Borgo Roma”) e della sua famiglia, di certo altri appiedati non vanno a curiosare in un angolo esterno di verde con recinzioni divelte. Perché i “buonisti” dal palato fino scoprirebbero l’ennesimo rifugio di s-fortuna d’uno o più sconosciuti allo sbando che hanno eletto quell’umido spazio seminascosto quale estremo luogo di soste o sopravvivenze all’estremo.
Che gli organi competenti sappiano, identifichino chi campa o “soggiorna” all’addiaccio (lasciando coperte, scarpe addirittura ben sistemate in scatola, indumenti, sacchi contenenti chissà cosa e quant’altro) e provvedano a far sgomberare, bonificare e richiudere opportunamente l’accesso.
Accesso che pare interessare anche la grande abitazione solitaria nello squallore, dal giardino che vanta alberi vetusti e di pregio ma… caduti in disgrazia.
Una parte della rete di recinzione, infatti, risulta abbassata intenzionalmente per consentire l’entrata (abusiva) al giardino incolto interno e, forse, pure ai locali del vasto immobile.
A nessun “santo protettore” (vero o presunto) è finora venuto in mente di far murare porte e finestre (almeno quelle a pianoterra) per impedire sgradite intrusioni. È una storia malinconica quella che emerge da una minima disamina delle circostanze. Il persistere del disinteresse (anche istituzionale) aggraverebbe i contorni della palese disperazione…
Claudio Beccalossi