Un “dormitorio” di disperati che non pretende prenotazioni
Sarebbe auspicabile un maggior controllo da parte degli organi preposti nelle varie enclave di periferia dove s’annida un degrado forse maggiormente invasivo delle zone-bene del centro cittadino perché ignorato, tollerato, lasciato fare (e crescere). Comunque nocivo a residenti e passanti. Persistono, infatti, i pernottamenti presso l’“hôtel abusivo” lungo la pensilina delle entrate di Veronafiere, con frequenza tra l’irrazionale ed il preoccupante.
Pur nel massimo rispetto di quanti, senza-fissa-dimora, clandestini o sbandati, passino la notte all’addiaccio, vanno rilevati il numero di “pernottanti” (con tutto il contorno di bisogni fisiologici da espletare) ed il disagio ed il timore creati in modo particolare alla “categoria” dei normali utenti bancari che devono (meglio, dovrebbero) servirsi con sicurezza in orario serale e notturno degli sportelli bancomat di ben tre istituti (più un bancoposta dell’ufficio postale) dislocati sotto il porticato esterno di Veronafiere.
Probabilmente, il luogo è stato scelto non a caso, a suo tempo, dagli sconosciuti “ospiti” dell’Hôtel Veronafiere (sic) come “antipasto” o “digestivo” al cibo serale fornito dalla Ronda della Carità, il cui “Rifugio 1” è (o, meglio, era, a causa di gravi “dissidi” con i propri “assistiti”) giusto davanti alla fiera, in viale del Lavoro, accanto al vecchio ingresso dell’ex mercato ortofrutticolo.
Qualcuno ipotizza nell’area, per assurda extrema ratio, la collocazione di letti a castello e bagni chimici, protetti dalle intemperie da qualche tensostruttura. Ma è una proposta, ovviamente, più provocatoria che realistica. Intanto, l’Hôtel Veronafieretira a campare e, al vedere chi si rannicchia sull’impiantito nottetempo sopra o sotto sudici coperte, viene alla mente il titolo del drammatico memoriale di Primo Levi, sopravvissuto alla deportazione nel Lager di Monowitz, parte del complesso di campi di concentramento e di sterminio nazisti di Auschwitz: “Se questo è un uomo”…
Claudio Beccalossi