Resistenza civile, protesta ambientalista, sit-in disturbante. Senza parlare o sbraitare, semplicemente sedendosi sull’asfalto “indossando”, da uomo sandwich, un cartello con l’inquietante scritta “Sono terrorizzato dalla miopia dei governi e delle persone rispetto alla crisi climatica”.
Alessandro, veronese, s’è sistemato così all’incrocio tra le vie Interrato dell’Acqua Morta e Giosuè Carducci, ostacolando, più che impedendo, la circolazione stradale e venendo per questo invitato, senza successo, a desistere dal suo show dagli agenti della polizia locale intervenuti per garantire la sicurezza sua e del traffico.





Quella inscenata dall’imperturbabile attivista col ciuffo è una delle varie manifestazioni di blocco stradale e d’opposizione passiva riguardo all’allarme ecoclimatico che stanno imperversando in arterie di scorrimento in Italia ed all’estero, facendo infuriare i guidatori di veicoli, autobus e perfino automezzi di soccorso costretti a fermarsi, a stare in coda a lungo, a “parlamentare” perché la contestazione finisca (magari anche trascinando via, tra gli improperi, gli interpreti in disobbedienza) ed il flusso riprenda regolarmente.
Il dimostrante all’incrocio non ha inciso particolarmente sul viavai, anche per la lungimirante opera degli agenti accorsi. Il suo è stato un atto simbolico giudicato eccessivo e perditempo da automobilisti e passanti, non condividendo il metodo.
Avvicinato, ha detto di protestare “per delle scelte che il governo italiano sta prendendo. Non vanno riaperte le centrali a carbone, non bisogna fare nuove trivellazioni in mare ed in terra per cercare il gas”.
«Sono richieste che sto cercando di portare all’attenzione di cittadini e cittadine – ha insistito Alessandro – perché premano il governo a mantenere e rispettare ciò che ha firmato di fare e non lo sta facendo. Mettendo in pericolo me e le generazioni non future ma presenti».
Alla domanda “ritieni che questa tua sia una manifestazione legittima, quella d’interrompere il traffico, la circolazione stradale? È l’extrema ratio, secondo te?”, l’ecologista ha risposto che si tratta “d’un male veramente minore, infinitesimale rispetto a tutto quello che ci aspetta se non agiamo subito, se i governi non agiscono subito. La siccità diventerà sistematica, le alluvioni diventeranno ancora più frequenti, gli eventi atmosferici diventeranno ancora più estremi, saranno normalità se non invertiamo la rotta. Quindi, il disagio di qualche manovra in più con l’auto è minimo rispetto a quello che il futuro ci porta. Mi considero un cittadino preoccupato, molto preoccupato”.
A quanti lo interpellano, Alessandro consegna un foglio con due facciate di retroscena e spiegazioni del particolare “dinamismo ideologico”. Un “manifesto” per molti versi condivisibile, se non cozzasse contro il diritto a muoversi della gente interrotta a farsi i fatti suoi dai gesti di resistenza passiva. Per la sua “battaglia” d’ambientalismo intransigente ha fatto quasi un mese di sciopero della fame, s’è seduto a terra a Roma impedendo lo scorrimento, ha sentito il sostegno di persone sconosciute, ha visto un poliziotto piangere mentre lo spostava di peso, è stato sottoposto ad un fermo amministrativo in commissariato durato ore. Ed invita a consultare il sito https://www.ultima-generazione.com con gli aggiornamenti di quanto bolle in pentola nell’ambito delle mosse organizzate “di disobbedienza civile nonviolenta per chiedere azioni urgenti e concrete contro il collasso ecoclimatico”.
Servizio, foto e video di Claudio Beccalossi