Per la prima volta in Italia viene decretata l’uccisione del lupo. L’ultimo attacco all’uomo risale a 150 anni fa. E’ la Provincia di Trento che dispone l’abbattimento di due esemplari sulla Lessinia trentina a Malga Boldera a causa di due recenti predazioni a danno degli allevatori e ad opera del Corpo forestale. Come se valesse anche per gli animali il terribile principio di “colpirne due per educarne cento”. Anche la scienza trova discutibile una scelta di questo tipo. Chi sarà individuato all’interno del branco ? Se un esemplare riproduttore, la lettura scientifica ci insegna che le ripercussioni potrebbero essere anche peggiori per la destabilizzazione dell’intero branco. Se invece la vittima sarà un giovane, risulterebbe ininfluente. La vicenda dell’orsa salvata dal Tar, che né ha vietato l’abbattimento, evidentemente non è bastata. Ora la Provincia se la prende con i grandi carnivori. Che fare adesso ?
Entrare nuovamente nelle aule di Tribunale a tutela della biodiversità: il lupo, che spontaneamente è tornato sulle nostre montagne, garantisce infatti l’equilibrio naturale delle diverse specie. Giova ricordare che esistono gli strumenti straordinari del Piano del lupo del Ministero dell’Ambiente, che prevedono recinzioni elettrificate, contributi e risarcimenti. Bisogna comprendere come decisioni di questo genere impattino drasticamente anche sul turismo e l’economia turistica, come accaduto con il boicottaggio via social delle vacanze da parte di molti dopo l’ondata di sdegno per la vicenda dell’orsa. Le motivazioni del decreto legate alla perdita economica di una malga non bastano per impugnare le armi contro una specie tutelata e protetta dalla legge.
Avv. Chiara Tosi
Presidente Nazionale dei Volontari della LIPU BIRDLIFE ITALIA