Due visioni poetiche in dialogo tra loro, capaci di alternare il rigore delle simmetrie coreografiche alla leggerezza dell’ironia. Tutto esaurito per ‘Himalaya _Drumming’ e ‘R.osa’, in scena domani sera, giovedì 10 settembre, al Teatro Romano. Sul palcoscenico protagonista la danza con due lavori che sintetizzano al meglio la poliedricità dell’Associazione Zebra, che riunisce le coreografe Chiara Frigo e Silvia Gribaudi con alcuni grandi artisti della danza contemporanea.
Prosegue la settantaduesima edizione dell’Estate Teatrale Veronese, festival organizzato dal Comune di Verona, con la direzione artistica di Carlo Mangolini. Un unico file rouge per la danza: ‘Il corpo distillato’. E distanziato, nel rispetto delle misure anti Covid. Assoli e corpi a distanza, quindi, in un continuo dialogo tra spazio e musica. Eventi unici a prezzi ridotti per giovani under 26, over 65 e tutti gli allievi e insegnanti delle scuole di danza, che hanno diritto alla tariffa speciale di 8 euro. Biglietti in vendita al Box Office Verona di via Pallone 16 o sui siti www.geticket.it e www.boxofficelive.it.
‘Himalaya’ si ispira alla “montagna” come archetipo universale del sacro. Dalle più antiche tradizioni simboleggia l’asse che determina le direzioni dello spazio organizzato e collega i tre mondi: divino, umano e infero. Lo spettacolo si inserisce in una personale ricerca rivolta ai temi della spiritualità nell’arte, e rappresenta il ritorno sulla scena di Chiara Frigo, dopo alcuni anni dedicati esclusivamente alla coreografia e alla direzione. Lei stessa lo definisce “un ritorno a casa, all’indagine sul movimento e allo stesso tempo un modo per esplorare nuove pratiche”. Questo lavoro riflette su come una coreografia si può trasformare in un’esperienza ritmica collettiva. Immersi in un’atmosfera in cui dialogano movimento, luce e suono, si percepisce il richiamo di un “altrove” che talvolta è possibile raggiungere.
‘R.osa’, che vedrà in scena Claudia Marsicano – Premio UBU 2017 come migliore attrice/performer under 35, si inserisce nel filone poetico di Silvia Gribaudi, coreografa che con ironia dissacrante mette in luce l’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa con un linguaggio “informale” nella relazionale con il pubblico. Lo spettacolo si ispira alle immagini di Botero, al mondo anni 80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. La performer è una “one woman show” che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta di 10 esercizi di virtuosismo . ‘R.osa’ è un ‘esperienza in cui lo spettatore è chiamato ad essere protagonista volontario o involontario dell’azione artistica in scena .
“Quella del Teatro Romano sarà un’occasione unica per vedere, per la prima volta in assoluto nella stessa serata, due spettacoli simbolo del percorso artistico di Silvia Gribaudi e di Chiara Frigo – sottolinea Mangolini –. Due artiste molto differenti tra loro, che nel corso degli ultimi 10 anni hanno portato i propri lavori nei principali teatri e festival internazionali. Insieme hanno dato vita ad un’unica realtà produttiva, luogo ideale per sviluppare un fertile confronto progettuale e sostenere molti giovani talenti della danza contemporanea. Sono davvero curioso di vedere messe a confronto su uno stesso palco l’ironia di Gribaudi e il rigore di Frigo. Quest’ultima, in particolare, vive con grande emozione l’opportunità di esibirsi nella sua città in un luogo così ricco di storia e di bellezza. Un’occasione estesa a tutte le artiste veronesi, che in queste edizione post Covid del festival hanno potuto mettere in luce il proprio straordinario talento”.