Verona 21 aprile. Conferenza stampa in via Sant’Angela Merici, nel quartiere Filippini, questa mattina della consigliera comunale della Lista Tosi Anna Bertaia, assieme al deputato di Forza Italia On. Flavio Tosi. Presenti anche moltissimi residenti e commercianti del quartiere, il consigliere regionale e comunale di Forza Italia Alberto Bozza, il consigliere comunale Luigi Pisa e i consiglieri della Prima Circoscrizione Stefano Napolitano (Lista Tosi) ed Elena Brunelli (Fare!).
Tema, il centro di accoglienza profughi della Caritas che dovrebbe aprire a breve.
Ha detto Bertaia: “La Caritas dichiara a mezzo stampa che è pronto, ma il Prefetto lunedì ci ha assicurato che non ha ancora dato l’autorizzazione, la stessa cosa mi è stata ribadita mercoledì in consiglio comunale dall’assessora Ceni, che ha risposto alla mia domanda di attualità. Nel frattempo però sono in corso i lavori di sistemazione dello stabile interessato, anzi la novità è che si sono allargati a tutto l’isolato, quindi non solo all’edificio originariamente preposto che dà su via Sant’Angela Merici ma anche su quello a esso collegato di via Torcoletto”. Insomma, ha detto Bertaia, “c’è molta confusione sulla vicenda e ancora più contraddizione nelle informazioni, tutto ciò genera paura nei residenti. I quali si chiedono: viste le dimensioni e l’ampiezza della struttura interessata, saranno davvero solo 25 i profughi accolti, come ha mi ha detto l’assessore Ceni? Il timore è che successivamente possano arrivarne molti di più. In un quartiere, ribadiamo, che per la sua conformazione è inadeguato all’accoglienza”. Bertaia, quindi, ha esortato ancora una volta l’amministrazione Tommasi “a farsi carico delle istanze dei cittadini e ad adoperarsi con Caritas e Prefettura per individuare altre sedi. Il Comune può adottare azioni di moral suasion, occorre però la volontà politica.”.
Tosi ha sottolineato che “mettere decine e decine di profughi in un quartiere come i Filippini, che ha strade strette ed è poco illuminato, non è fare della buona accoglienza. È proprio un approccio sbagliato sul piano razionale, occorrerebbe un maggiore pragmatismo e in questo modo Prefettura, Diocesi, Caritas e Comune dovrebbero individuare assieme destinazioni migliori, più adeguate, sia per i nostri cittadini che per gli stessi profughi. La Diocesi è proprietaria di altre strutture, anche più decentrate e dotate di più ampi spazi esterni e quindi che si prestano meglio logisticamente. Lo stesso vale per lo Stato”. Inoltre, ha spiegato Tosi, “su questa vicenda finora non c’è stata chiarezza da parte dell’amministrazione comunale, che in casi come questi dovrebbe fungere da regia ed essere poi il riferimento per i cittadini. È vero che l’accoglienza è gestita dallo Stato, ma un Comune dovrebbe sedersi ai tavoli e orientare le scelte. La sensazione invece è che Palazzo Barbieri finora sia stato spettatore”.