Venezia, 29 novembre 2022
“Anche in Veneto, nonostante i livelli di occupazione femminile più alti della media nazionale, persistono delle disparità di genere che si riflettono nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Una cifra su tutte è quella che indica che il 30% delle donne in età lavorativa in Veneto sono inattive, quindi non hanno un impiego e non lo cercano, una percentuale quasi doppia rispetto agli uomini. Inoltre le donne hanno contratti di lavoro più precari e ricorrono al part-time molto più spesso degli uomini. Ecco questi sono numeri che vogliamo cambiare. Per questo abbiamo scelto di mettere in campo una iniziativa da 10 milioni di euro per sostenere progetti innovativi che favoriscano una maggiore partecipazione delle donne venete in particolare nel mondo del lavoro”.
Così l’Assessore regionale al lavoro, istruzione, formazione e pari opportunità Elena Donazzan annuncia l’approvazione oggi da parte della Giunta regionale del bando “P.A.R.I. – Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l’equilibrio di genere” che finanzierà progetti territoriali di contrasto agli stereotipi e alle discriminazioni di genere, allo scopo di migliorare l’occupazione femminile in Veneto, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
“Tra i primi bandi di questa nuova stagione del Fondo Sociale Europeo appena approvato – sottolinea Donazzan – abbiamo voluto dare impulso alle azioni legate alla disparità di genere, all’inclusione delle donne quale elemento del sistema sociale e del mercato del lavoro. Aiutare una donna ad essere autonoma economicamente attraverso il lavoro, aiutare le donne a fare rete loro per costruire una società più a loro misura e a misura della loro maternità significa non solo migliorare degli standard quantitativi a cui ci richiama l’Unione Europea, ma anche qualitativi”.
L’intervento è, dunque, finalizzato a ridurre gli ostacoli, anche culturali, che impediscono la partecipazione equilibrata di donne e uomini al mercato del lavoro e alla società in generale. Il contrasto alle disparità di genere, infatti, è un valore da perseguire per realizzare una società più equa, ma è anche essenziale per la competitività̀ del sistema economico regionale, essendo noti i vantaggi in termini di ricchezza del territorio derivanti da una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e da un più efficace impiego delle risorse umane disponibili.
Il bando stanzia quasi 10 milioni di euro del nuovo Programma regionale del Fondo sociale europeo Plus, ripartiti per provincia e città metropolitana, per finanziare progetti innovativi di ampia portata che modellizzano, sperimentano e diffondono azioni in grado di incidere sugli aspetti culturali e strutturali che ostacolano l’equilibrio di genere.
“È un bando che consegna molte risorse alle azioni di rete – indica Donazzan – per un contesto da migliorare sotto l’aspetto dei servizi, delle relazioni, non solo per obiettivi da raggiungere ma anche per strumenti da mettere a disposizione. Confido molto che l’innovazione sociale possa contribuire a migliorare gli standard di inserimento e mantenimento del posto di lavoro per le donne”
“Ogni progetto – precisa ancora Donazzan – si focalizzerà su una tematica, scegliendo tra quelle individuate nel bando come prioritarie, ossia sviluppo delle competenze, in particolare in ambito STEM/STEAM e digitale, leadership femminile e ruoli apicali nella società, imprenditorialità femminile, diversità e modelli organizzativi del lavoro, divario retributivo di genere e occupazione delle giovani donne. Queste tematiche saranno sviluppate secondo tre dimensioni trasversali: la lotta agli stereotipi e alla discriminazione basata sul genere, la partecipazione equilibrata al mercato del lavoro e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata”.
I progetti coinvolgeranno un partenariato molto ampio e variegato, composto da soggetti pubblici e privati che, a diverso titolo e su vari livelli intervengono nella promozione della parità di genere, con l’obiettivo di creare o rinforzare delle reti territoriali che lavorino stabilmente su questi temi. Le attività progettuali si rivolgeranno a gruppi di destinatari e destinatarie eterogenei, che includono ovviamente tutte le donne, sia occupate che disoccupate, ma anche gli uomini, nonché gli studenti, le studentesse e i docenti delle Scuole e dei Percorsi di Istruzione Superiore e Formazione Professionale.
I progetti potranno essere presentati entro il 31 gennaio 2023 dagli enti accreditati ai servizi al lavoro, alla formazione superiore o continua e l’avvio delle attività è previsto, indicativamente, entro il mese di maggio.