Successo di partecipazione (con prenotazione obbligatoria ed accesso consentito solo esibendo il Green Pass) ed interesse alle stelle per la conferenza tenuta sabato scorso alla Dogana Veneta (in piazzetta Partenio 13), a Lazise, dall’erudito mattatore Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte nonché politico, saggista, opinionista e soggetto televisivo mai scontato e sempre a briglia sciolta (come i suoi capelli, continuamente rassettati con nervosi gesti della mano).
Intervenuto nell’ambito della rassegna letteraria “Lazise tra le pagine”, organizzata dal comune gardesano in collaborazione con Fondazione AIDA ed Aqua Natura e Cultura ed imperniata su quattro autorevoli appuntamenti (oltre che con Sgarbi anche con gli scrittori Aldo Cazzullo, Sveva Casati Modigliani, Matteo Bussola e Paola Barbato, questi ultimi in.. tandem), il deputato (dal 23 marzo 2018), sindaco di Sutri (Viterbo, dall’11 giugno 2018) e fondatore di “Rinascimento” (nel 2017, dal percorso politico incentrato sulla bellezza, intesa quale inderogabile investimento) ha seguito il filo conduttore del suo ultimo libro, “Ecce Caravaggio – Da Roberto Longhi a oggi” (collana “i Fari”, La nave di Teseo Editore, Milano, 2021).
Pungolato inizialmente dal moderatore (alquanto… spento) Luca Telese (Cagliari, 10 aprile 1970, giornalista, saggista, autore e conduttore televisivo e radiofonico ed opinionista ormai di casa al canale televisivo LA7 di Cairo Communication), Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi (Ferrara, 8 maggio 1952) ha ripercorso i tratti salienti del grande e tormentato pittore Michelangelo Merisi, detto Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610).
Sgarbi s’è soffermato a tracciare un profilo diverso rispetto alla lettura classica dell’artista, rimarcando i suggestivi chiaroscuri di volti e figure, facendo un inedito parallelismo tra i “ragazzi di vita” (o, meglio, i femminelli) ritratti da Merisi ed i “ragazzi di vita” scoperti e rimbalzati nella scrittura, nella sceneggiatura e nel cinema di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975, scrittore, drammaturgo, poeta, regista ed attore). Efficaci sono stati gli intarsi descrittivi di Sgarbi agli accostamenti tra le figure singole od in gruppo dipinte da Caravaggio e le foto degli interpreti popolari preferiti da Pasolini.
Il titolo del libro, “Ecce Caravaggio”, è l’esplicito riferimento ad un clamoroso Ecce Homo ritrovato di recente a Madrid, in Spagna ed attribuito “inequivocabilmente” da Sgarbi appunto a Merisi. Nell’incontro pubblico ha spiegato con dovizia di particolari le sue convinzioni ed è talvolta sgusciato fuori dalla rigida divisa d’esperto con aneddoti conditi d’autoironia, compresi gli accenni al Covid-19 che s’è beccato ad inizio “ufficiale” della pandemia ed al suo tumore alla prostata.
L’affascinante ed alternativo panorama dell’uomo-artista Michelangelo Merisi, in una sorta di sua psicanalisi su evoluzione, decadenza e metamorfosi, ha tenuto i presenti quasi in attenzione ieratica fino all’applauso finale dai connotati liberatori, dopo tanta innegabile intensità emotiva trasmessa dal dotto argomentare del prof. Vittorio Sgarbi.
Claudio Beccalossi