San Giovanni Lupatoto (Verona) – Chi, venendo da via Legnago, estrema propaggine di Borgo Roma e s’immette nella successiva via Cesare Battisti lambendo poi il Centro commerciale “Veronauno” in direzione di Pozzo, non può fare a mano di scorgere appena dopo la discesa dal cavalcavia, all’angolo con strada Rodigina, sulla destra, un vasto agglomerato di marmi, ferraglie, legname e tanto altro raccolto chissà dove, come e quando ed accumulato lì, in maniera apparentemente confusionaria.
Non si sa se il termine ferravecchi per definire l’incredibile ammasso (senza insegna alcuna, a parte la “pubblicità” diretta del suo esporsi) sia calzante o meno. Fatto sta che l’insolito spazio è stipato d’una varietà di vecchi materiali difficilmente vedibili o reperibili altrove, men che meno tutti insieme: elementi in marmo lavorato, arrugginiti cancelli in ferro di varie dimensioni e forme artigianali, cataste di bancali in legno, perfino colonne idrauliche di impianti ferroviari che servivano a rifornire d’acqua i tender delle locomotive a vapore ecc.
A prescindere da qualsiasi valutazione del presunto valore economico d’ogni “reperto”, quel che appare all’occhio curioso sembra più un “museo all’aria aperta”, godibile come specchio e traccia di tanto passato, anche tradizionale…
Quasi… stanata dalla sua casupola poco oltre l’ingresso e prima del dedalo di viuzze interne in terra battuta che raggiungono gli angoli più nascosti del luogo, la signora Giovanna, alquanto burbera e malfidente, risponde a monosillabi alle domande.
Dice che, quello attorno, è il risultato di ben quarant’anni d’attività. Non è interessata a comprare ancora da eventuali venditori e per quanto riguarda l’ipotesi di cedere qualcosa di quanto ha ad interessati (anche a collezionisti od a musei, d’arte popolare o ferroviaria) valuterebbe caso per caso.
Lei, proprietaria e custode, dimostra un forte attaccamento al suo “tesoro” e non si capisce cosa faccia allora, tutta sola, nella baracca tra tanti residui di anni andati e con clienti presumibilmente zero o quasi. Per lei, evidentemente, gli affari NON sono gli affari…
Servizio e video di
Claudio Beccalossi