- Nei pressi del luogo della storica battaglia del 10 gennaio 1475 tra il voivòda di Moldavia ed il Beylerbey di Rumelia, Hadân Suleiman Pasha
- Le varie attrattive popolari e storiche del capoluogo di distretto
- I due films girati in loco: “Ştefan cel Mare – Vaslui 1475” del 1975 e “A est di Bucarest” (“A fost sau n-a fost?”, “È stato o non è stato?”) del 2006
Vaslui (Romania) – Partito in treno da Bucureşti Gara de Nord (Stazione Nord) per raggiungere Vaslui, ho cambiato convoglio di coincidenza a Buzău, capoluogo dell’omonimo distretto, nella regione storica della Muntenia.
Alla stessa stazione di Buzău, inaugurata nel 1872, è connessa la curiosa vicenda di un’aquila, “battezzata” Ilie, allevata durante le due guerre mondiali da un commerciante che abitava nei paraggi dello scalo. Il volatile diventò poco alla volta la mascotte della stazione, dato che vi volava sopra di frequente e s’avvicinava a mangiare quanto gli davano ferrovieri e viaggiatori dalle loro mani. Il rapace fu abbattuto da un militare tedesco nel corso della Seconda guerra mondiale ma il suo ricordo permane in una marca di birra (bere) “made in Buzău”, appunto la Vulturul (“L’Aquila”) e dal nome d’una via cittadina, Strada Vulturului (Via dell’Aquila).
La meta del mio viaggio è stata la cittadina situata a nord-est, nella Moldavia romena, a non molta distanza dalla frontiera con la Repubblica di Moldavia (Republica Moldova), dall’indipendenza dall’Urss (Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche) dichiarata il 27 agosto 1991 e riconosciuta il 25 dicembre successivo, il giorno prima dello scioglimento formale da parte del Soviet Supremo (Verchovnyj Sovet) della stessa Unione Sovietica, il 26 dicembre 1991.
A Vaslui è palpabile soprattutto l’orgoglioso rispetto “concreto” per il personaggio storico cult moldavo, il famoso e celebrato Ștefan III, detto anche Ștefan cel Mare, cioè Stefano il Grande (Borzesti, 1433 – Suceava, 2 luglio 1504), voivòda di Moldavia dal 1457 alla sua morte e venerato come santo (Santo Principe Stefano il Grande) dalla Chiesa ortodossa romena.
Il termine voivòda (in romeno voievod) ha origini slave e designava inizialmente il comandante di un’unità militare. Il titolo, adottato già dall’età medievale, veniva attribuito a governatori o capi di territori in Polonia, Russia, Serbia, Moldavia, Bulgaria, Romania, Albania e, in questi ultimi tre territori, il titolo era pure prerogativa del principe ereditario.
Ștefan cel Mare difese strenuamente la “sua” Moldavia dalle mire aggressive dei regni d’Ungheria e di Polonia e dell’Impero ottomano. Divenne popolare in Europa per il suo contrastare i turchi e per la vittoria su di loro (con effettivi anche valacchi e bulgari) proprio nella Battaglia di Vaslui (che si svolse nei dintorni, presso l’attuale cittadina di Băcăloni), citata anche come Battaglia di Podul Înalt (“Ponte Alto”) o Battaglia di Racova. Quando, cioè, il 10 gennaio 1475, i guerrieri da lui comandati, con supporti d’occasione dei regni di Polonia e d’Ungheria, affrontò e sconfisse gli ottomani in campo aperto e per questo Papa Sisto IV lo citò come verus christianae fidei athleta (“vero campione della fede cristiana”).
Lo specifico trionfo militare del voivòda di Moldavia contro il Beylerbey (dalla parola turco-ottomana Beylerbeyi, cioè “Bey dei Bey”, “Comandante dei Comandanti” o “Signore dei Signori”) di Rumelia (territorio ottomano dei Balcani meridionali), Hadân Suleiman Pasha, al comando delle forze del sultano dell’Impero ottomano, Maometto II, è stato ripercorso dal regista romeno Mircea Drăgan nel suo film “Ștefan cel Mare – Vaslui 1475”, realizzato nel 1975 per il cinquecentesimo anniversario dell’evento bellico.
Il regista della pellicola s’è ispirato in modo libero al secondo ed al terzo volume della trilogia storica “Fraţii Jderi” (“Fratelli Jderi”) di Mihail Sadoveanu. Su questo canovaccio la sceneggiatura è stata curata da Valeria Sadoveanu, Constantin Mitru e dallo stesso Drăgan. Figuravano gli attori principali Gheorghe Cozorici (che ha impersonificato Ştefan cel Mare), Gheorghe Dinică, Violeta Andrei, Toma Dimitriu, Sandina Stan, Geo Barton, Ana Széles, Iurie Darie, Sebastian Papaiani, Emanoil Petruţ, Florin Piersic.
Tra i monumenti ed i luoghi che rammentano Stefan III a Vaslui spiccano la statua che lo raffigura con una spada al fianco ed il Muzeul Județean “Ștefan cel Mare” (dalle sezioni d’archeologia, storia, etnografia e d’arte popolare), con uno spazio dedicato a Constantin Tănase (Vaslui, 5 luglio 1880 – Bucarest, 29 agosto 1945), attore teatrale e drammaturgo di valenza nazionale.
Stimolante è stato l’avventurarmi nei caratteristici ed affollati mercati (pieţele) di Vaslui, al chiuso ed all’aperto, questi ultimi con venditori spiccioli provenienti anche da Ucraina e Moldavia, con le loro auto stipate di mercanzia varia (generi alimentari, ricambi, utensili, souvenirs, prodotti d’artigianato e d’abbigliamento ecc.). Da uno di loro ho acquistato, tra l’altro, un caratteristico shapka ushanka (šapka ušanka), il caldo copricapo invernale di pelliccia con paraorecchie, noto all’italiana come colbacco ed ormai incollato allo stereotipo russo o dell’Est Europa in genere.
Sono interessanti alcune ulteriori informazioni flash.
La denominazione “Vaslui” apparve per la prima volta nel 1435, in occasione della salita al trono di Moldavia del principe Iliaş. I tartari invasori la distrussero nel 1439 e nel 1440. Facendo un consistente balzo storico in avanti, Vaslui conobbe un vero input di crescita nel 1968, diventando capoluogo del distretto che prese la sua denominazione. E l’attualità la descrive come relativo fulcro economico-sociale in vari settori industriali, nonostante il difficile passaggio di fine 1989 dal lungo regime comunista al post-rivoluzione.
Oltre alle memorie connesse a Ștefan cel Mare, la cittadina presenta altre realtà storico-monu-mentali: la chiesa di San Giovanni Battista decollato (risalente al 1490 e fondata dallo stesso Ștefan III); la Casa Mavrocordat, palazzo in stile neoclassico/neorococò (1883-1892); la neoclassica Casa Ghica, del XIX secolo; l’Ospedale Israelitico (eretto tra i secoli XIX e XX); i cimiteri Ebraico (secoli XVIII-XIX) e degli Eroi della Guerra d’Indipendenza e della Prima Guerra Mondiale (secoli XIX e XX); îl Liceul Teoretic Mihail Kogălniceanu (1890-1893); la Casa Mădârjac e la Casa Ornescu (XIX secolo); il mausoleo dell’eroe della Guerra d’Indipendenza Peneş Curcanul; il Parcul Copou, parco pubblico con i busti di Kogălniceanu, Eminescu, Creangă disposti sul viale principale.
Un’ultima curiosità: Vaslui ha fatto da palcoscenico al film romeno del 2006 “A est di Bucarest” (con titolo originale “A fost sau n-a fost?”, “È stato o non è stato?”), poi presentato al 59° Festival di Cannes, risultando vincitore del Premio Caméra d’Or. Con sceneggiatura e regia di Corneliu Porumboiu, la pellicola è stata nominata all’European Film Award (ricevendo il Premio del pubblico per il miglior film europeo) ed ha avuto vari altri riconoscimenti e nomine, come al Copenhagen International Film Festival,quale miglior film, regia e sceneggiatura. Nel cast figuravano, tra gli altri, gli attori Mircea Andreescu, Teodor Corban, Ion Sapdaru, Mirela Cioabă, Luminiţa Gheorghiu.
Vaslui, quindi: non solo dedizione a Ștefan cel Mare ma pure velleità da “Hollywood dell’Est”?
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi
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