Chi ci rimette durante situazioni critiche come quella attuale sono sempre le categorie più deboli, più fragili. Le categorie deboli della nostra società sono i bambini e gli anziani. Avete mai davvero pensato cosa vuol dire “deboli”? Le persone più deboli a livello sociale sono quelle che non hanno mezzi per difendersi da sole, manipolabili, che han quindi bisogno della nostra attenzione, della nostra compassione, del nostro intervento, cura e protezione. Da questi punti di vista affermo che si, a mio modesto parere le categorie più fragili sono proprio bambini e anziani. Da altri punti di vista, differenti, sono invece loro le persone più forti che ci siano a livello umano. I bambini e gli anziani vanno a braccetto, hanno spesso problematiche simili, sono spesso colpiti e facili bersagli di gente miserabile dal punto di vista etico e umano. I nostri bambini sono il nostro dono al mondo, ciò che lasceremo qui quando noi non ci saremo più. Sono la chiave del cambiamento e forse si… Forse loro davvero questo mondo lo riusciranno a cambiare. Sono il nostro riscatto, la possibilità mai forse avuta, la nostra rivincita sul passato. Gli anziani, i nostri nonni, sono quel passato, quello da cui veniamo noi generazioni di giovani adulti, sono loro la nostra storia. Sono biblioteche viventi, musei a cielo aperto di meraviglie. Forti dentro come rocce per le esperienze passate, per spesso le guerre vissute, per tutti i sacrifici fatti proprio per noi e spesso per garantirci un futuro. I bambini anch’ essi hanno dentro di sé una forza a noi estranea, una purezza innata forse perché sono da meno tempo qui in questo mondo, perciò non ne sono ancora contaminati. Vivono di ideali e sogni, non hanno dimenticato. Ricordano chi e cosa sono a differenza di noi che spesso l ‘abbiamo scordato. Proprio per questo bambini e anziani devono essere quelli maggiormente protetti da noi. Da noi che non abbiamo la purezza dei nostri figli, non più, né il loro disincanto, né la saggezza e l’ esperienza dei nostri nonni. Noi che siamo in quell’età di mezzo, l’ età dove si deve costruire, lavorare, crescere i bambini, aver cura della propria famiglia, lottare per cambiare le cose, le ingiustizie e rendere questo mondo migliore. Siamo noi “di mezzo” che abbiamo questa responsabilità. In questo contesto attuale di pandemia e restrizioni chi ne ha più sofferto come sempre sono stati loro, i primi e gli ultimi :I bambini e gli anziani. Bambini alienati e isolati dai compagni e gli amici, bambini in cui viene instillata la paura come un veleno, ridotti a stare, proprio perché isolati sempre più, molto tempo davanti a dispositivi elettronici invece che correre nei parchi. Molti dei nostri nonni si trovano nelle case di riposo senza potere vedere figli e nipoti. Questa è una cosa disumana. Una vergogna per qualsiasi paese e delinea il crollo di una società. È disumano che una persona anziana possa avere solo 30 minuti una o due volte a settimana per vedere i proprio figli. E solo quelli, i nipotini nemmeno può vederli un minuto. Ora possono vedere i figli on line, in video chiamata. Realtà spesso fuori dalla portata di molte persone anziane in quanto non udenti o non comunque abituati a vedere la persona cara dietro a uno schermo. I nostri figli e nonni meritano rispetto e meritano di aver il nostro affetto e la nostra vicinanza fisica e morale. È nostro dovere esser loro accanto, è nostro dovere pretendere per loro un trattamento adeguato, non aggiungere pene su pene a una situazione già per loro estremamente triste e che non sanno bene gestire da soli. Questa si chiama compassione. Questo si chiama amore. E senza questo amore, questa compassione, non abbiamo davvero più nulla. Se accettiamo di non fare in fondo niente abbiamo davvero fallito come persone.
Alessandra Cordioli