Una manifestazione di quelli che non ci stanno, che sono in disaccordo con pensieri e fatti della “corale integralista” pro Ucraina ed anti Russia, dei contrari all’invio di armi ed ai finanziamenti a pioggia al governo di Kiev perché prosegua a difendersi dall’Orso di Mosca sacrificando militari e civili (circolano voci non ufficiali di ben 257mila vittime ucraine dall’inizio del conflitto). Tutto questo senza mai azzardarsi nemmeno a sussurrare parole “proibite” come diplomazia, mediazione, accordi, trattative, tregua, cessate-il-fuoco.
Nel pomeriggio di sabato scorso, 4 febbraio, piazza Bra ha accolto queste frange non allineate delle associazioni “Vento dell’Est”, “Veneto Russia”, “UniAMOci Trentino”, “Sindacato Libero”, “Verona per la Libertà” al grido di “Il popolo non vuole la vostra guerra” rivolto soprattutto alla Nato (North Atlantic Treaty Organization, Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del nord), all’Unione europea ed allo stesso governo italiano perché evitino, in ormai “zona Cesarini”, l’escalation degli eventi bellici grazie all’incremento di forniture di armi sempre più sofisticate e potenti per accontentare le continue richieste del presidente ucraino Zelensky.
Convinti che la maggioranza dei connazionali vogliano il non coinvolgimento, il dialogo bilaterale tra i due Stati contendenti, l’abolizione delle sanzioni, il ripristino della sicurezza energetica e la conseguente fine delle bollette strozzafamiglie, dando priorità ai problemi della popolazione, sono intervenuti, anche per portare testimonianze dirette, alcuni esponenti dell’informazione e del sociale alternativi tra cui Francesca Menin (portavoce di “Verona per la Libertà”), Lorenzo Berti (presidente di “Vento dell’Est”), Gloria Callarelli (giornalista di “Fahrenheit2022”), Eliseo Bertolasi (ricercatore associato ed analista, giornalista), Stefano Valdegamberi (consigliere della Regione Veneto).













Vari gli slogan messi nero su bianco: “L’Italia fuori dalla Nato. Stop sanzioni alla Russia”, “State uccidendo i vostri figli e fratelli”, “Vogliamo diplomazia”, “Basta bombe”, “Zelensky attore Nato” ecc. Una lettura diversa e fortemente critica del dramma ucraino-russo che ancora non vede spiragli d’uscita e, anzi, rischia di degenerare ulteriormente…
Servizio, foto e video di
Claudio Beccalossi