Lunghi minuti di grave silenzio, nella penombra appena disturbata dai lampioni e dal traffico stradale, nella sera del Giorno del Ricordo. Tenuti sott’occhio da forze dell’ordine in disparte, inquadrati militarmente e nella posizione d’attenti, i camerati (così si chiamano tra loro) del Veneto Fronte Skinheads hanno reso omaggio, nel cuore della Circoscrizione 4^ (Santa Lucia, Golosine, Madonna di Campagna), alle vittime ed ai costretti alla fuga altrove delle feroci persecuzioni e pulizie etniche comuniste titine in terre storicamente italiane.
Per meglio ufficializzare il proprio cordoglio, hanno posto una corona al “nucleo della memoria” in piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia, dove sono stati collocati un massiccio blocco marmoreo “a ricordo dei martiri e degli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia” (con relativi indicazioni geografiche e stemmi dei territori ex italiani), la bandiera nazionale, l’epigrafe d’intitolazione (appunto “piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia 1943 – 1947 istituita 29 nov. 1997”).
E la targa (inaugurata l’8 febbraio 2020) che recita:
La città di Verona ricorda esilio e sofferenze di coloro che in terra d’Istria, Fiume e Dalmazia furono costretti a lasciare beni e case divenuti stranieri in Patria in forza del Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 e s’inchina alla memoria di quanti senza loro colpa se non quella di essere italiani furono condotti a morte atroce negata la pietà d’una sepoltura vittime di odio politico e di rancori alimentati da una guerra ingiusta e crudele
Febbraio 2020
Gli esponenti del Veneto Fronte Skinheads hanno proibito categoricamente ad un giornalista e ad un cameraman (impegnati a livello nazionale nella realizzazione d’un documentario sulle frange d’estrema destra e/o neofasciste) di riprendere la breve cerimonia improntata su una mesta e rispettosa commemorazione senza contorni d’inutile, retorica logorrea e/o di fanatismi pseudo ideologici.
“Il Giornale dei Veronesi”, presente al sintetico evento, è comunque riuscito a registrare un breve documento che, richiesto dai colleghi impediti da cause di forza maggiore del diritto di cronaca o diritto d’informare (incluso nell’ordinamento italiano tra le libertà di manifestazione del pensiero), è stato condiviso nell’ovvio rispetto dell’esclusiva, del copyright e della citazione della fonte.
Servizio, video e foto di Claudio Beccalossi