Santa Maria di Zevio (Verona) – C’è qualcosa d’attinente all’attualità più stretta che vivacizza la frazione ed attira la curiosità di chi ne attraversa la strada principale tra San Giovanni Lupatoto e Zevio e viceversa.
Innanzitutto, nel richiamo al conflitto che sta deflagrando sempre più tra Mosca e Kyïv, un balcone al primo piano espone tre bandiere (dell’Unione Europea, dell’Italia e dell’Ucraina) quasi a ribadire l’assoluta condivisione d’un unico j’accuse rivolto alla Russia.
Al lato opposto della via, invece, il “solito” Cibo (al secolo Pier Paolo Spinazzè), street artist veronese, ha realizzato sulle pareti esterne laterali d’un abituro disabitato dei grandi dipinti murali (come in tante altre location) ispirati al suo tipico filone artistico-alimentare.
Il messaggio visivo socio-gastronomico è sicuramente d’impatto e s’allarga ad includere obiettivi di salvaguardia ambientale e d’altolà a qualsiasi violenza, anche quella scarabocchiata con simboli e frasi improprie in giro.
Conoscendo la mission di Cibo (coprire con disegni “nobili” a sfondo mangereccio emblemi e scritte neofascistoidi e razzisti – e, si spera, pure i “peccatucci” d’estrema sinistra od anarchici – ), vien da chiedersi se gli spazi, ora “bonificati”, prima fossero “deturpati” da… trame nere…
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi