Valeggio, 5 dicembre 2023
Con le dimissioni di ieri dei quattro consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza – Dal Forno, Paon, Menini e Remelli – unitamente a quelle dei cinque consiglieri dell’opposizione (dimissioni congiunte della minoranza), il consiglio comunale di Valeggio sul Mincio decade.
La legge prevede che ora sia il Presidente della Repubblica, su richiesta del Ministro degli Interni, a decretarne lo scioglimento. Nelle more, al vertice dell’amministrazione si insedierà temporaneamente il commissionario prefettizio fino alla nomina del commissario ad opera del Presidente della Repubblica, che condurrà Valeggio sul Mincio alle prossime elezioni, che si svolgeranno il 9 giugno 2024, in concomitanza con le europee.
Sia il commissario prefettizio che quello nominato dal Presidente della Repubblica potranno però svolgere solo atti di ordinaria amministrazione.
Il sindaco Alessandro Gardoni commenta: “Oggi la realtà supera la fantasia. Nel mio lavoro da avvocato ne ho viste tante ma da amministratore al servizio della mia comunità mai avrei pensato che qualcuno coscientemente, con le proprie dimissioni, avrebbe messo a rischio attività e servizi essenziali per i valeggiani, per inseguire le proprie velleità ed alimentare il proprio livore. Dimissioni che vanno oltre la dialettica politica e le sensibilità di ognuno e che sono esclusivamente caratterizzate da egoismo, individualismo e miopia”, attacca Gardoni.
Che aggiunge: “Ma con quale faccia i dimissionari potranno camminare per Valeggio d’ora in poi? Con la loro scelta non potremo approvare il bilancio, getteremo alle ortiche i soldi pagati dai cittadini con le loro tasse, la macchina amministrativa non riuscirà a garantire l’ultimazione dei lavori della nuova scuola, prevista per maggio 2024, che avevamo deciso di avviare per dare un luogo più sicuro e all’avanguardia ai bambini – sottolinea con amarezza il sindaco –. Non si riuscirà a erogare i servizi del sociale in favore degli anziani, non si potrà investire sull’adeguamento infrastrutturale e la sicurezza. E tutto questo per cosa, per invidia nei confronti di Gardoni e per inseguire smanie di potere aizzati dal referente politico di turno? – si interroga Gardoni –. Si tratta di una pagina triste di storia valeggiana e a farne le spese saranno, come sempre, i cittadini”.