Dopo un 2021 caratterizzato dai record nell’andamento dei corsi, nell’ultima puntata di questa rubrica ci eravamo lasciati con un: “allacciamo le cinture, non si sa mai!”.
Quindi? Il consiglio si è rivelato utile? Come è andato, dunque, questo primo scorcio di 2022?
La nostra previsione si è più che mai verificata e il nostro principale indice, dopo aver toccato un massimo il 5 gennaio sopra i 28000 punti, ha iniziato una discesa che lo ha visto toccare un minimo il 7 marzo a 21.060 (circa -25% dal top) in concomitanza con il peggiorare della crisi Ucraina. Dal limite inferiore, peraltro, è iniziato un veloce e parziale recupero che ha portato il trimestre a limitare i danni e a chiudere poco sopra i 25.000 punti.
E ora? Dovremmo ancora tenere le ‘cinture’ allacciate o il peggio è alle nostre spalle?
Tutti i punti interrogativi con cui c’eravamo lasciati lo scorso 17 gennaio sono ancora aperti. A questi si è aggiunto un altro fattore di turbolenza come la guerra tra Russia e Ucraina che ha destabilizzato e accelerato, e non di poco, il calo di borsa che per molti era già scontato e in atto. Pur non essendo scopo di questa rubrica l’influenzare le scelte di investimento / risparmio dei lettori, né incentivare l’acquisto / sottoscrizione di prodotti finanziari, il consiglio di gennaio rimane più che mai attuale. L’eventuale soluzione del conflitto porterà benefici immediati, ma, poi, potrebbero essere le variabili macroeconomiche (e non) a comandare (inflazione, crescita economica, disoccupazione e recrudescenze Covid). Dopo un periodo sabbatico durato, forse, fin troppo, e ulteriormente prorogatosi a seguito inizio delle ostilità belliche, le Banche Centrali potrebbero essere costrette a intervenire (e ancora con maggior violenza rispetto al preventivato) sul mondo della finanza, ritirando la liquidità generosamente concessa negli anni scorsi e alzando i tassi per temperare gli effetti negativi di una inflazione ormai vicina alla doppia cifra.
In conclusione, il trimestre ha visto il nostro FTSE MIB chiudere a 25.021 punti (-9,7% la variazione 2022). Analoghi risultati per il Dax (-9,3%) e il Nasdaq (-9,2%). Tra gli indici principali si è salvato il solo FTSE100 di Londra (+1,8%). Tra i nostri titoli figurano un lusinghiero +49,4% per Tenaris e +43,2% per Leonardo. Tra i peggiori ci sono Saipem (appesantita dal probabile aumento di capitale) a -37,9%, seguita da Interpump, Unicredit e Nexi, tutti con oltre -25% (fonte MilanoFinanza).
Matteo Peretti